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Cinque cose da seguire sui mercati questo giovedì

Pubblicato 10.11.2016, 11:58
Aggiornato 10.11.2016, 11:58
© Reuters.  5 cose da seguire sui mercati questo giovedì

Investing.com - Ecco le cinque principali notizie da seguire sui mercati questo giovedì 10 novembre:

1. Continua l’impennata dei titoli : “Effetto Trump”

I future degli indici statunitensi puntano a forti rialzi all’apertura di questo giovedì mattina, con i future Dow blue-chip in salita di 160 punti, ad un nuovo massimo storico, gli investitori iniziano a credere che il neo eletto presidente avvierà una campagna di investimenti nelle infrastrutture e nella sanità.

I titoli europei sono in salita negli scambi di metà mattina, il DAX tedesco è salito al livello più alto dell’anno, dopo che gli investitori hanno rivalutato l’impatto economico della vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali USA.

Le borse asiatiche hanno registrato un’impennata, con l’indice Nikkei che ha chiuso con un balzo del 7% grazie all’aumento della propensione al rischio innescato dalle attese per gli investimenti promessi da Donald Trump.

2. Rendimento dei Titoli di Stato USA ed europei ai massimi plurimensili

Questo giovedì il rendimento dei titoli di stato schizza ai massimi plurimensili, dopo che gli investitori hanno rivalutato i possibili effetti della presidenza Trump. Molti intravedono la possibilità di una maggiore crescita economica ed un aumento dell’inflazione.

Il rendimento dei Titoli del Tesoro USA a 10 anni è al 2,068%, un livello che non si registrava da gennaio.

In Europa, il rendimento dei Bund tedeschi a 10 anni è salito di 9,8 punti base, a 0,277%, il massimo da maggio, mentre il rendimento dei Titoli britannici a 10 anni è salito di 8,4 punti base, all’1,344%, vicini ai livelli registrati poco prima del referendum di giugno sulla Brexit.

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Gli operatori hanno iniziato a speculare sul cambio di politiche sotto la presidenza Trump, molti prevedono un aumento dell’inflazione grazie ad un aumento della spesa pubblica}}.

3. Probabilità di un aumento dei tassi Fed all’80%

Sui mercati si crede ancora in un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve il mese prossimo nonostante la vittoria del repubblicano Donald Trump alle elezioni.

Secondo lo Strumento di Controllo dei Tassi della Fed di Investing.com, esiste una possibilità all’80% di un aumento dei tassi in occasione del vertice del 13-14 dicembre.

Ieri le probabilità erano crollate al 43% dopo l’inattesa vittoria di Trump alle elezioni.

4. Rame ai massimi dal luglio 2015

I future del rame con consegna a dicembre salgono di 13,1 centesimi, o del 5,1% a 2,591 dollari la libbra, nelle aspettative che la presidenza di Donald Trump faccia pesanti investimenti sulle infrastrutture.

Ieri i prezzi del metallo rosso sono saliti di 7,9 centesimi, o del 3,34%, dopo il discorso nel quale Trump si è impegnato ad investire nelle infrastrutture.

I prezzi del rame sono aumentati del 22% nelle ultime tre settimane, poiché tra gli investitori si comincia a scommettere su una ripresa per l’economia mondiale dopo un lungo periodo sottotono.

5. L’EIA avverte : le scorte globali saliranno “inesorabilmente” senza un interventi OPEC

L’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) evidenzia oggi nel suo report i rischi di ulteriori eccessi di scorte nel 2017 senza un intervento sulla produzione da parte dell’OPEC.

Nel suo report mensile sul mercato del petrolio l’AIE ha dichiarato un aumento delle scorte globali di 800.000 barili al giorno ad ottobre, per un totale di 97,8 milioni di barili al giorno, per via di una produzione OPEC ai massimi storici e l’aumento della produzione in paesi non-OPEC come Russia, Brasile, Canada e Kazakistan. Nel report mensile dell’organizzazione con sede a Parigi si legge che si prevede una crescita globale della domanda di petrolio a 1,2 milioni di barili al giorno nel 2016, ed un aumento del consumo allo stesso ritmo nel 2017, con un calo graduale dal massimo ci cinque anni di 1,8 milioni di barili nel 2015.

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“Ciò significa che il2017 potrebbe essere un altro anno di crescita inesorabile delle scorte globali analogo al 2016” ha dichiarato l’AIE.

L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio ha deciso di ridurre la produzione ad un range tra 32,5-33,0 milioni di barili al giorno, nell’ambito dei lavori della Forum sull’energia tenutosi in Algeria il mese scorso. Il gruppo di 14 stati ha dichiarato che l’accordo non verrà finalizzato fino al vertice di Vienna del 30 novembre.

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