MILANO (Reuters) - Sono indubbiamente migliorate le prospettive per la zona euro, in primo luogo sul fronte della crescita ma anche su quello dell'inflazione. Nonostante le schiarite, l'economia della valuta unica non può però ancora fare a meno del cocktail vitaminico Bce, una corroborante combinazione di misure standard e non-standard che danno ossigeno alla congiuntura.
"Un elevato grado di stimolo da parte della politica monetaria resta necessario" si legge nel comunicato che accompagna l'ampiamente scontata conferma dei tassi sugli attuali minimi di tutti i tempi.
Sullo sfondo Federal Reserve e Banca d'Inghilterra, stamattina persino l'istituto centrale cinese, votate viceversa in un percorso 'rialzista' che non sembra comunque influenzare né turbare l'orientamnto espansivo ancora una volta ribadito da Francoforte.
Il costo del denaro, recitano sia il comunicato sia il presidente Bce, rimarrà sugli attuali minimi storici "per un periodo prolungato, ben oltre l'orizzonte del programma Qe". Il quale programma di acquisti -- destinato a proseguire per lo meno fino a settembre dell'anno prossimo -- potrebbe se necessario essere ampliato in termini di importo e/o estensione temporale.
In sede di consiglio non si è in alcun modo discusso di una data precisa per la chiusura del Qe, né -- garantisce Draghi -- la banca centrale ha mai preso in considerazione di porre fine al programma "da un giorno con l'altro", vale a dire senza preparare i mercati.
Poste (MI:PST) le necessarie premesse 'dovish', forse sotto alcuni aspetti superiori alle aspettative degli analisti, il quadro aggiornato delle stime dello staff su crescita e inflazione traccia comunque uno scenario più roseo.
Rispetto alle proiezioni di settembre, sono state corrette al rialzo di due decimi a 2,4 le stime sulla crescita 2017, di ben cinque decimi quella 2028 a 2,3% e di due decimi quelle sul 2019 a 1,9%, mentre l'attesa sul 2020 -- la novità di oggi -- è di 1,7%.
Sempre se confrontata a tre mesi fa, la proiezione sull'inflazione viene confermata a 1,5% su quest'anno ma ritoccata a rialzo da 1,2% a 1,4% sul prossimo, confermata a 1,5% sul 2019 e indicata a 1,7% nel 2020.