Investing.com - Il prezzo del greggio scende negli scambi di questo giovedì mattina, tra le speculazioni che i dati settimanali sulle scorte previsti nel corso della giornata mostrino un considerevole aumento delle scorte USA di benzina e carburante.
La U.S. Energy Information Administration rilascerà il report settimanale ufficiale sulle scorte relativo alla settimana terminata il 12 gennaio oggi alle 11:00 ET (16:00 GMT). Il report viene pubblicato con un giorno di ritardo per via della festa di Martin Luther King, celebrata lunedì negli Stati Uniti.
Alla chiusura dei mercati ieri, l’American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte di greggio statunitensi sono scese di quasi 5,1 milioni di barili la scorsa settimana. Gli analisti avevano previsto un calo di 3,6 milioni di barili.
Tuttavia, dal report API è emerso anche un aumento di 1,8 milioni di barili delle scorte di benzina, mentre le scorte di prodotti raffinati, che includono il gasolio per i motori e il combustibile da riscaldamento, sono aumentate di circa 609.000 barili.
Ci sono spesso grosse differenze tra le stime API ed i dati ufficiali dell’EIA.
I future del greggio West Texas Intermediate (WTI) scendono di 5 centesimi a 63,91 dollari al barile alle 3:30 ET (08:30 GMT). Lunedì il prezzo è salito al massimo dal dicembre 2014 di 64,89 dollari.
Intanto, i future del greggio Brent, il riferimento per il prezzo del greggio al di fuori degli Stati Uniti, si attestano a 69,22 dollari al barile, giù di 16 centesimi rispetto all’ultima chiusura. Il contratto ha segnato 70,37 dollari lunedì, il massimo dal dicembre 2014.
I future del greggio hanno registrato lievi rialzi ieri, con il WTI che ha chiuso in salita dello 0,4% ed il Brent che è salito dello 0,3%.
Il prezzo è schizzato di quasi il 13% da inizio dicembre, grazie agli sforzi per tagliare la produzione organizzati dall’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio e dalla Russia. I produttori a dicembre hanno deciso di estendere i tagli alla produzione petrolifera fino alla fine del 2018.
L’accordo per tagliare la produzione di 1,8 milioni di barili al giorno è stato siglato lo scorso inverno dall’OPEC, dalla Russia e da altri nove produttori. Il patto sarebbe dovuto scadere nel marzo 2018 ed era già stato prorogato.
Analisti e trader avvertono che la recente impennata potrebbe incoraggiare i produttori di petrolio da scisto USA ad aumentare la produzione nelle prossime settimane nel tentativo di trarre vantaggio dai prezzi più alti, vanificando gli sforzi dell’OPEC di ridurre le scorte in eccesso.
I trader del greggio attendono inoltre il report mensile dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio previsto nel corso della seduta per valutare le scorte e la domanda globali. Dai dati emergerà se il mercato del greggio si sta riequilibrando.
Intanto, i future della benzina scendono dello 0,2%, a 1,864 dollari al gallone, mentre il combustibile da riscaldamento è in calo dello 0,2% a 2,065 dollari al gallone.
I future del gas naturale vanno giù di 1,5 centesimi a 3,218 dollari per milione di BTU, con i trader in attesa dei dati settimanali sulle scorte previsti nel corso della giornata.