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Confindustria, Italia in crescita ma resta divario con Ue

Pubblicato 13.12.2017, 11:21
Aggiornato 13.12.2017, 11:21
© Reuters. Operaio Brembo al lavoro nella fabbrica di Curno

ROMA (Reuters) - Confindustria conferma che il Pil italiano crescerà di 1,5% quest'anno, migliora la stima 2018 a 1,5% (da 1,3% di settembre) e si attende un rallentamento contenuto nel 2019, all'1,2%.

Le nuove stime sono contenute negli scenari economici pubblicati stamani dal Centro studi di Confindustria.

L'ultimo trimestre 2017 è visto in crescita di 0,4%.

La crescita è trainata da "ottime" performance dell'export (+5,2% quest'anno, +4,2% nel 2018 e +3,7% nel 2019) e da una crescita degli investimenti (+3,4% quest'anno, +3,3% il prossimo e +2,4% nel 2019), dice Confindustria.

"Rimane tuttavia ampio il divario di crescita dell'economia italiana rispetto agli altri paesi europei: 0,9 punti percentuali quest'anno (nel 2012 aveva toccato i 2,3 punti). Sarà quindi compito della prossima legislatura proseguire lungo il cammino delle riforme con l'obiettivo di aumentare il potenziale di crescita del Paese", si legge nel rapporto.

Secondo il Csc il quarto trimestre 2017 è iniziato con variazioni positive della produzione industriale sia in ottobre (+0,8% su settembre) sia in novembre (+0,6%) e l'acquisito è di +0,6%.

Il Csc stima un deficit/Pil al 2,1% quest'anno (dal 2,5% nel 2016), all'1,7% nel 2018 e all'1,9% nel 2019.

"Nel 2018 il deficit è di 0,1 punti più alto di quanto stimato dal Governo (1,6% del Pil) per effetto di una diversa previsione del Pil nominale, che nello scenario CSC cresce del 2,8% contro il 3,1% indicato nella NADEF. Nel 2019 lo scostamento rispetto alla stima del Governo (0,9% del Pil) si amplia a 1,0 punto. Ciò anzitutto perché il Csc non sconta il ricorso alla clausola di salvaguardia che dovrebbe scattare il 1° gennaio 2019 e che comporterebbe l'aumento delle aliquote Iva per 0,7 punti di Pil".

Il rapporto tra debito pubblico e Pil scende al 131,6% nel 2017 (dal 132,0% nel 2016), poi al 130,5% nel 2018 e al 129,6% nel 2019.

La stima Csc include 0,2 punti di Pil di dismissioni quest'anno e 0,3 punti negli anni a seguire e una riduzione dei depositi del Tesoro presso le banche sia quest'anno sia nel biennio successivo, come indicato dal Governo.

Il 2018 rappresenta comunque un anno di svolta perché l'avanzo primario strutturale, dopo quattro anni di discesa (per circa 2 punti di Pil cumulati), rimarrà fermo e comincerà a risalire dal 2019, dice Confindustria.

"Il deficit strutturale nel 2018 migliora di 0,3 punti di Pil, il che avvicina il pareggio di bilancio".

L'occupazione è vista nel 2018 e nel 2019 in crescita dell'1,1% e dell'1% (+500mila ULA aggiuntive), dopo il +1,2% del 2017 (+1,4% nel 2016).

Le persone occupate alla fine del biennio previsivo saranno di 370mila unità oltre il picco della primavera 2008. Il tasso di disoccupazione scenderà al 10,9% nel 2018 e al 10,5% nel

2019, dall'11,3% del 2017.

© Reuters. Operaio Brembo al lavoro nella fabbrica di Curno

La vera emergenza sono i giovani, avvisa però Confindustria: il tasso di occupazione per i 15-34enni è al 40,5%, molto più basso che nella media dell’Eurozona.

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