ROMA (Reuters) - Un milione e 742 mila famiglie italiane, il 7,9% in totale, è rimasto coinvolto in eventi corruttivi quali richieste di denaro, favori, regali o altro in cambio di servizi o agevolazioni.
Lo scrive l'Istat, in un report che esamina per la prima volta il punto di vista delle famiglie sulla corruzione in Italia. L'analisi è stata svolta nell'ambito dell'indagine 2015-2016 sulla sicurezza dei cittadini, e ha coinvolto un campione di 43.000 persone.
Il 2,7% dei nuclei familiari ha ricevuto richieste di denaro o altra utilità negli ultimi tre anni; l'1,2% negli ultimi 12 mesi. Tra coloro che hanno pagato, "l'85,2% ritiene che sia stato utile per ottenere quanto desiderato", afferma l'istituto di statistica.
La corruzione ha riguardato "in primo luogo il settore lavorativo (3,2% delle famiglie), soprattutto nel momento della ricerca di lavoro, della partecipazione a concorsi o dell'avvio di un'attività lavorativa (2,7%)".
Richieste di denaro o di favori sono state formulate anche alle famiglie alla ricerca di benefici assistenziali (2,7%). Gli episodi di corruzione non mancano neppure in ambito sanitario (2,4% dei casi).
Il più alto numero di famiglie coinvolte si registra nel Lazio, dove sono il 17,9%. Il minimo si tocca in provincia di Trento (2%). Valori alti anche in Abruzzo (11,5%) e Puglia (11%).
Nell'Agenda anticorruzione 2017 pubblicata questo mese da Transparency International Italia, si legge che "il quadro normativo anticorruzione per il settore pubblico è nel complesso sufficiente", con un giudizio di 62 punti su 100.
"A destare preoccupazione è l'applicazione pratica delle leggi stesse e soprattutto la capacità sanzionatoria e repressiva, che non va oltre un misero 45/100", avverte Transparency.
Dal 2012, anno del via libera alla legge anticorruzione, l'Italia ha scalato 12 posizioni nell'indice di percezione del fenomeno corruttivo nel settore pubblico e politico sviluppato da Transparency. Nel 2016, l'Italia occupava il 60esimo posto nella graduatoria di 176 paesi.