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Barclays, Lloyds e RBS si risvegliano dall’incubo delle polizze PPI

Pubblicato 10.09.2019, 12:08
Aggiornato 10.09.2019, 12:12

Di Geoffrey Smith

Investing.com - Harry Flashman, l’eroe vittoriano creato da George MacDonald Fraser, era solito dire che quando i tuoi organi vitali sono intrappolati in uno strizzatoio, tutto quello che puoi fare è urlare con dignità finché non esci dall’altra parte.

E sembra proprio quello che stanno facendo i titoli bancari britannici questa settimana, con il settore che cerca di risvegliarsi da un incubo durato otto anni, noto come compensazione per la vendita ingannevole di assicurazioni per la protezione dei pagamenti.

Barclays (LON:BARC) schizza del 4,2% questo martedì dopo aver reso noto che si aspetta un colpo finale di 1,2-1,6 miliardi di sterline per lo scandalo delle polizze PPI. E questo un giorno dopo che Lloyds Banking Group (NYSE:LYG) ha dichiarato che dovrà aumentare le riserve di 1,2-1,8 miliardi di sterline. La scorsa settimana Royal Bank of Scotland (LON:RBS) aveva reso noto di prevedere un conto finale più modesto, tra i 600 ed i 900 milioni di sterline. Lloyds segna un’impennata del 2,0% questa mattina mentre RBS rimbalza dell’1,6%.

La loro performance è nettamente migliore di quelle del britannico FTSE 100, giù dello 0,3%, e dell’indice STOXX 600, in calo dello 0,5% nelle attesissime prese di profitto dopo le parole dure dei media cinesi sul tema del commercio ed in particolare di quelle del consulente economico della Casa Bianca Peter Navarro.

La Financial Conduct Authority, l’ente regolatore delle banche, aveva fissato una scadenza al 29 agosto per le richieste di risarcimento, scatenando un’impennata dell’ultimo minuto delle attività, alimentata dalle agenzie di consulenza professionale. Il fatto che tutte le principali banche stiano aumentando le riserve ora che sono state presentate le domande di risarcimento suggerisce che le persone si sono affrettate a salire sul treno dei risarcimenti prima che lasciasse la stazione. Il buon senso, tuttavia, suggerisce che chi ha subìto un vero danno finanziario abbia presentato domanda già da tempo. Non sarebbe sorprendente vedere che l’ultima raffica di richieste si riveli di una qualità molto inferiore - e quindi con pagamenti in proporzione minori - rispetto agli anni precedenti.

Qualunque sia l’esito finale, le banche britanniche ora sembrano essersi liberate di un fattore che aveva pesato più volte sui loro titoli per la maggior parte del decennio. Se il Regno Unito riuscirà ad evitare una Brexit caotica che inevitabilmente peserebbe sulla qualità dei portafogli di prestito nazionali, allora sarà evitato un altro grosso rischio, i tassi di interesse del paese avranno più probabilità di restare positivi e le prospettive di profitto delle banche sembreranno nettamente più rosee. Né la crescita dei compensi britannici, che ha segnato un tasso annuo del 4% per la prima volta dal 2008 ad agosto, peserà sui bilanci delle banche.

Nel frattempo, lo strizzatoio potrebbe essere pronto a processare le sue prossime vittime. La Corte di Giustizia Europea ha segnalato giovedì che probabilmente determinerà che la pratica del settore bancario spagnolo di vendere mutui legati ad un indice di prezzo locale è stata “abusiva”. E questo aprirà la strada a milioni di spagnoli per chiedere un risarcimento alle loro banche. Le più colpite, Caixabank (MC:MC:CABK) e Bankia (MC:MC:BKIA), crollano del 2,9%, mentre Sabadell (MC:MC:SABE) segna -2,0%. Le due principali banche del paese, Santander (MC:MC:SAN) e BBVA (MC:MC:BBVA), scendono dello 0,3%, rispecchiando il fatto che i loro bilanci sono più alti e più diversificati dal mercato nazionale. L’indice spagnolo IBEX 35 va giù dello 0,4%.

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