Il rallentamento cinese riduce il supporto macroeconomico, ma l’attività di ricerca bottom up basata sui fondamentali permette di individuare le singole opportunità nell’azionario Cina
Mentre l’azionario Cina ha registrato un buon recupero nei primi due mesi di quest’anno (con l’MSCI China Investable Market Index in rialzo del 15%), l’economia del colosso asiatico evidenzia diversi indicatori chiave in rallentamento coordinato: dalle esportazioni all’immobiliare, dalle spese al consumo alla manifattura, fino alla fiducia delle imprese. E purtroppo né i recenti stimoli monetari messi in campo dalla Cina e nemmeno qualche incremento del budget di investimento nelle ferrovie sembrano destinati ad invertire questo trend. Anche perché, attualmente, il timore maggiore delle autorità di Pechino è che un’ulteriore iniezione di stimoli potrebbe determinare un nuovo pericoloso rally rialzista del mercato immobiliare, che sfocerebbe in una bolla finanziaria dalle conseguenze imprevedibili. Insomma, ci vorrà tempo prima che questo ciclo, unico nella storia pluridecennale della crescita economica cinese, si concluda e anche l’azionario Cina ne potrebbe soffrire.
TASSO DI CRESCITA DEL CREDITO
“Da tenere sotto osservazione è il tasso di crescita del credito, che ha mostrato di essere un indicatore affidabile” puntualizza Stephen Green, Economista di Capital Group. A questo proposito l’aumento del credito, che rappresenta anche per l’economia di Pechino il motore della crescita, sta disegnando una traiettoria discendente su base annua a partire dal 2010. “Le nostre previsioni propendono per una possibile minima crescita nel 2019 ma, comunque, non tale da influire in maniera significativa sul rallentamento del ritmo di crescita del PIL cinese” rivela l’esperto...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Capital Group