Di Geoffrey Smith
Investing.com - Sta per cominciare il secondo round dell’incontro di boxe a tre Fiat-Renault-Nissan.
Come abbiamo notato due settimane fa, le pressioni sottostanti per il consolidamento non svaniranno, quindi è meglio considerare l’improvviso annuncio dell’offerta di fusione originale di Fiat Chrysler (MI:FCHA) ed il suo altrettanto improvviso passo indietro come nient’altro che spari di apertura in quello che probabilmente sarà un prolisso processo di trattative, un tentativo da parte di tutte e tre le parti di conquistare la palla.
Il primo round è servito a mostrare quanto Renault (PA:RENA) sia altamente vulnerabile alle offerte opportuniste a meno che non ripari la sua alleanza danneggiata con Nissan (T:7201). La capitalizzazione di mercato di Renault al momento è di 16 miliardi di euro, ma la sua partecipazione del 43% in Nissan vale 10,5 miliardi ed ha oltre sei miliardi di liquidità, perciò possiamo avere un’idea di quanto il mercato pensi che valga la sua divisione automobilistica.
Il primo round ha inoltre dimostrato che, anche se non intendono puntare ad una fusione piena, francesi e giapponesi possono ancora bloccare a vicenda i rispettivi piani, il che non è nell’interesse di nessuno dei due. Renault ha replicato all’astensione di Nissan sull’accordo di fusione astenendosi a sua volta da un voto chiave su riforme di governance essenziali per Nissan. E, come abbiamo detto in precedenza, è stato dimostrato che lo stato francese non può sperare di guidare una compagnia diffusa negli Stati Uniti, in Europa ed in Asia.
Man mano che sono state assimilate queste lezioni, le posizioni hanno cominciato a cambiare, sebbene non sia ancora chiaro se cambieranno abbastanza da mettere fine all’attuale impasse. L’amministratore delegato di Nissan Hiroto Saikawa ha riferito al Financial Times che Nissan “deve fare pace” con la compagnia francese, mentre il Ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire ha detto ad AFP di essere pronto a ridurre la partecipazione del governo in Renault se è questo quello che serve a solidificare l’alleanza con Nissan. Aspetto interessante: non ha detto nulla riguardo a ciò che servirebbe per riaccendere l’interesse di Fiat.
Per quanto riguarda Fiat, i giornali italiani questa mattina scrivono che potrebbe guardare a Hyundai nel suo tentativo di crescere. La mossa aggiungerebbe una certa portata e delle sinergie distributive ma poco altro, soprattutto perché Hyundai, come Fiat, è una delle ultime arrivate alla festa dei veicoli elettrici. Renault-Nissan resta il partner più attraente, ma la compagnia rischierebbe di diventare il partner minore in un eventuale accordo se dovesse cementarsi prima l’alleanza franco-nipponica.
Quello che sembra destinato ad essere un lungo dramma si sta svolgendo rispetto ad un contesto molto più positivo questo martedì mattina, con i mercati europei che seguono a ruota le controparti asiatiche sulla notizia che Pechino avrebbe chiesto alle municipalità locali di aprire di nuovo i rubinetti di spesa. Si tratta di una forma di supporto economico che probabilmente contrasterà meno con gli Stati Uniti rispetto al fare indebolire lo yuan, eventualità temuta prima del fine settimana. La moneta cinese è stata stabile finora questa settimana.
Alle 5:30 ET (09:30 GMT) l’indice di riferimento Euro Stoxx 600 sale di 3,1 punti, o dello 0,8%, a 381,40. Il britannico FTSE resta indietro, salendo di solo lo 0,5% dopo un report misto sul mercato del lavoro che ha riacceso i timori per l’economia dopo il brusco calo del PIL mensile ad aprile. Il tedesco Dax rimbalza dell’1,3% al massimo di quattro settimane, mettendosi al passo con l’impennata di ieri dopo la chiusura per festa. In Francia, l’indice CAC 40 va su dello 0,7%.