Di Mauro Speranza
Investing.com – Proseguono le vendite sui mercati europei, con il settore bancario di Milano particolarmente colpito, dopo la delusione per la fumata nera della riunione dell'eurogruppo di ieri, rinviata a domani.
L'indice del settore finanziario, il FTSE Italia All Share Banks, cede infatti oltre il 2%, sottoperformando il Ftse Mib (-0,70%), mentre lo spread torna sopra i 200 punti.
In rosso superiore al 2% troviamo Bper Banca (MI:EMII), Mediobanca (MI:MDBI), Banco Bpm (MI:BAMI) e Unicredit (MI:CRDI), seguite da Unipol (MI:UNPI) e FinecoBank (MI:FBK).
I soci di Ubi attaccano l'Ops di Intesa Sanpaolo
Cedono il 2% anche Intesa Sanpaolo (MI:ISP) e Ubi Banca (MI:UBI), dopo che alcuni azionisti di Ubi hanno bocciato l'Ops di Intesa, provocando anche la reazione del CEO della banca torinese, Carlo Messina.
Nei giorni scorsi il patto di consultazione Car che riunisce il 19% del capitale di Ubi Banca aveva detto no all'operazione, definendola inaccettabile, soprattutto nella situazione di emergenza economica provocata dalla pandemia da coronavirus.
Secondo gli azionisti storici, l'offerta risulta di valore inferiore a oltre il 60% del patrimonio di Ubi, senza considerare quello intangibile e altri elementi immateriale, come il collegamento con il territorio.
Messina attacca gli azionisti del Car
La decisione del Car ha subito provocato la reazione del CEO di Intesa Sanpaolo (MI:ISP). “Quando vedo imprenditori che comprano azioni Ubi (MI:UBI), le mettono nei patti, pretendono di intervenire pesantemente nella governance, parlano della banca come fosse la loro, sono perplesso perché mi sembra una patologia, certamente un’anomalia: gli imprenditori azionisti che intervengono nella governance non hanno mai fatto il bene delle banche”, dichiarava Messina nel corso di una intervista rilasciata alla Repubblica. “Io ho una mentalità di mercato e preferisco pensare che sarà il mercato a stabilire ciò che è meglio per Ubi”, aggiugeva Messina.
Secondo il CEO, l'offerta di Intesa (MI:ISP) resta “più che mai valida, andiamo avanti con grande determinazione puntando su una maggiore offerta di credito, valorizzazione delle persone e dei territori, tutela occupazionale e interventi per il sociale”.
L'operazione porterà “la gran parte dei vantaggi anche in presenza di adesioni al 50% più uno del capitale di Ubi (MI:UBI), e in quel caso saremo lieti di avere come azionisti di minoranza gli azionisti che non aderiranno”, conclude Messina.
Intanto, è attesa per oggi l'assemblea di Ubi Banca (MI:UBI) che si svolgerà a Brescia con la presenza del solo rappresentante designato e con le altre restrizioni dovute al coronavirus.
Intesa Sanpaolo (MI:ISP) potrebbe tornare al dividendo
Nel corso della stessa intervista, Messina spiega che Intesa Sanpaolo (MI:ISP) potrebbe tornare a distribuire il dividendo, sospeso dopo le raccomandazioni della Banca centrale europea.
Secondo Messina, la cedola potrà essere pagata in caso di variazione del Pil italiano vicino allo zero nella seconda parte dell'anno e qualora ci fossero “buone” prospettive per il 2021. Inoltre, il CEO ha spiegato che di non aver intenzione di tagliare i costi del personale per la remunerazione del capitale.
“Mi sento di poter dire che se la riduzione del Pil italiano tenderà ad avvicinarsi a zero nella seconda parte dell’anno, con prospettive positive per l’anno prossimo, Intesa Sanpaolo (MI:ISP) sarà in grado di pagare il dividendo proposto agli azionisti", spiegava Messina.
Intesa Sanpaolo (MI:ISP), aggiungeva il CEO, è “leader in Europa per solidità patrimoniale”, mentre poche banche in Europa potranno distribuire nuovamente il dividendo.
"Aggiungo che un eccesso di capitale in banca spesso si accompagna con l’ipotesi di tagliare i costi del personale, altrimenti non si arriva a un’adeguata remunerazione dello stesso. Io non sono mai stato disposto a interventi del genere, né lo sarò in futuro. Vogliamo restare leader per solidità anche pagando le cedole. Poi, chiaro, dipende dal placet della Bce", concludeva il CEO.