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Titoli petroliferi affondano trascinati dal crollo del petrolio

Pubblicato 09.03.2020, 11:05
Aggiornato 09.03.2020, 11:06
© Reuters.

© Reuters.

Di Mauro Speranza

Investing.com – Pioggia di vendite sui titoli petroliferi europei, dopo il crollo del prezzo del greggio.

A Londra cedono il 18% Bp e Equinor, mentre Shell perde il 14%. Crollano anche petroliferi di Milano, con flessioni superiori del 14% per Sipem, Eni (MI:ENI), Tenaris (MI:TENR), mentre Saras (MI:SRS) ‘limita i danni’ con un -2,80%. Nel resto d’Europa, inoltre, forti vendite anche su Galp (LS:GALP) (-13%), Repsol (MC:REP) (-13%), Total (PA:TOTF) (-10%).

Il calo potrebbe non fermarsi a questo nuovo ‘lunedì nero’, arrivato a causa dell’aumentare delle preoccupazioni per il coronavirus. "Le prospettive per il mercato del petrolio sono ancora peggiori di quelle del novembre 2014, quando è iniziata l'ultima guerra dei prezzi, che ha raggiunto il suo apice con il crollo della domanda di petrolio a causa del coronavirus”, spiegano da Goldman Sachs.

Il crollo del greggio e lo scontro nell’Opec+

La mattinata di oggi si sta caratterizzando per il forte calo dei prezzi del petrolio, con il greggio che scende a 33 dollari dopo aver sfiorato i 29 dollari, minimi dal febbraio 2016, mentre il Brent si avvicina ai mini del 1991 mentre viene scambiato a 36 dollari al barile.

Oltre alla crisi per l’emergenza sanitaria per il coronavirus, gli acquisti sono causati dallo scontro tra i paesi dell’Opec e la Russia, scoppiato dopo il ‘nulla di fatto’ della chisura del meeting della settimana scorsa a Vienna.

L’Arabia Saudita aveva proposto di aumentare i tagli alla produzione fino a 1,5 miliardi, rispetto al precedente accordo di 1 miliardo, ma la Russia, membro solo esterno all’Opec, poneva il suo veto sulla decisione.Come risposta, l’Arabia Saudita ha annunciato un aumento della produzione da parte di Saudi Aramco (SE:2222), la compagna petrolifera nazionale, oggi in forte calo (-8%). Aramco aumenterà il suo output a partire da aprile fino ai 10 milioni di barili al giorno (9,7 attuali), mentre fonti della Reuters parlano di un aumento a 11 milioni.

“Nel breve termine”, prevedono da Goldman Sachs, “pensiamo il mancato accordo implichi un surplus di 2Q molto più ampio dell'offerta e rafforzi la nostra visione ribassista (basata sulla domanda) del prezzo del petrolio”.

“A medio termine”, concludono gli esperti dell’istituto, “crediamo che il mancato supporto dell’Opec+ ha creato un ritorno dei prezzi al 2016, rendendo possibile un nuovo ordine nel mercato del petrolio”.

L’impatto del coronavirus

"La crisi del coronavirus sta colpendo un'ampia gamma di mercati energetici - tra cui il carbone, il gas e le energie rinnovabili - ma il suo impatto sui mercati petroliferi è particolarmente grave perché sta impedendo alle persone e alle merci di spostarsi, infliggendo un duro colpo alla domanda di carburanti per il trasporto", ha dichiarato Fatih Birol, direttore esecutivo dell'AIE.

"Questo è particolarmente vero in Cina, il più grande consumatore di energia del mondo, che l'anno scorso ha rappresentato oltre l'80% della crescita della domanda globale di petrolio. Mentre le ripercussioni del virus si stanno diffondendo in altre parti del mondo, ciò che accade in Cina avrà importanti implicazioni per i mercati globali dell'energia e del petrolio", conclude Birol.

Ultimi commenti

Cosa devo commentare? se non che il sistema socioeconomico e finanziario globale sta naufragando. .rifacendomi ad una citazione del Grande Dante che era solito dire. Mondo senza nocchiero in gran tempesta..che un minuscolo virus.. ha saputo trasformare questa Terra in un gran **** Mi scuso con il Sommo Poeta se ho adattato la sua citazione al momento che questo nostro pianeta malato e corrotto sta attraversando. Grazie .
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