Di Mauro Speranza
Investing.com – Il mercato continua a guardare al settore bancario nell’ottica di possibili nuove operazioni future tra istituti, ipotizzabili dopo la fusione tra Intesa Sanpaolo (MI:ISP) e Ubi Banca (MI:UBI). Protagonista assoluto dei rumor diffusi dai media resta Unicredit (MI:CRDI), in quanto principale la banca milanese potrebbe perdere posizioni con la nascita di quella che sarà la prima banca italiana.
Nei giorni scorsi Bloomberg e La Repubblica rilanciavano l’ipotesi di colloqui tra il governo italiano e Unicredit per una futura acquisizione della quota detenuta dal Tesoro in Monte dei Paschi di Siena.
In queste ore, però, questa ipotesi sembra raffreddarsi a causa dei problemi legati alle incertezze legali che pesano su MPS (MI:BMPS) e all’eventuale garanzia da parte dello Stato.
La carta di riserva per Unicredit potrebbe essere Banco Bpm (MI:BAMI), i cui manager sono stati contattati da Piazza Gae Aulenti per valutare l’ipotesi di una business combination, secondo quanto riferito da Milano Finanza.
La valutazione degli analisti
Da Equita SIM valutano la fusione Unicredit-BancoBPM (come industrialmente valida, in quanto aumenterebbe la posizione competitiva di Unicredit in Italia, aumentando la sua quota di mercato al 18%, sfiorando così quella di Intesa Sanpaolo post acquisizione che arriverebbe al 20%.
Punto chiava sarebbe il rafforzamento al Nord Italia, dove Unicredit attualmente ha una quota di mercato pari al 10% che potrebbe toccare il 20% a seguito della fusione.
Il deal tra le due banche potrebbe incrementare l’utile per azione di Unicredit del 6% nel 2022 e dell’11% nel 2023, mentre il ritorno sull’investimento viene calcolato da Equita SIM in 18%.
In attesa di novità gli esperti di Equita SIM confermano una view bullish su Banco BPM (MI:PMII), con una raccomandazione "buy" e un prezzo obiettivo a 1,9 euro. Per quanto riguarda Unicredit, la sim mantiene la sua posizione ‘hold’ e tardet price di 8,8 euro.