Di Mauro Speranza
Investing.com – Colpo 'di reni' per Wirecard a Francoforte, dopo le dichiarazioni della società sul proseguimento della sua attività.
Wirecard (DE:WDIG) guadagna oltre il 170% e torna sopra i 3,5 euro per azione, anche se resta lontanissima dai livelli pre-scandalo quando aveva toccato 104 euro.
Nel corso del weekend, la società tedesca di pagamenti elettronici ha annunciato che la sua attività prosegue nonostante il deposito della domanda di insolvenza presso un tribunale di Monaco di Baviera in data 25 giugno, giorni dopo aver rivelato che probabilmente non esistevano più di 2 miliardi di dollari in contanti mancanti dal suo bilancio.
Secondo quanto spiegato da Wirecard, la decisione di aprire o meno una procedura di insolvenza è ancora in fase di revisione, aggiungendo che a tempo debito dovrebbe essere nominato un curatore fallimentare provvisorio.
La società ha dichiarato di aver discusso le misure con le autorità del Regno Unito dopo che la Financial Conduct Authority ha congelato le operazioni di Wirecard Card Solutions, l'operazione di Wirecard nel Regno Unito.
Un imbarazzante record per il Dax
Lo scandalo Wirecard rappresenta un primato per il Dax, in quanto si tratta della prima società del principale indice tedesco a dichiarare l'insolvenza.
Inoltre, nel mirino è finita anche la Bafin, la società incaricata dei controlli sulle società, che prima aveva difeso le società dalle inchieste che denunciavano buchi di bilancio, per poi cambiare atteggiamento quando lo scandalo era scoppiato.
Lorenzo Bini Smaghi, ex componente del consiglio direttivo della Banca centrale europea, scrive sul Financial Times che non ci potrà mai essere un'unione dei mercati dei capitali europei senza un sistema unico di vigilanza, soluzione indicata per garantire la regolarità dei mercati.
“Tutti i politici, a livello nazionale e europeo, sono pubblicamente favorevoli alla creazione di un'Unione dei mercati dei capitali, ma sono in realtà riluttanti a prendere le misure necessarie. E una delle decisioni chiave da prendere è la creazione di una forte istituzione federale incaricata di vigilare sui mercati finanziari", spiega Bini Smaghi.
Ma "le forze che sostengono lo status quo", scrive, "sono forti" e le fragilità di questo sistema "derivano dall'eccessiva vicinanza tra gli enti finanziari vigilati e i rispettivi supervisori" e "dall'eccessiva vicinanza tra questi ultimi e le autorità politiche locali". E conclude: "Se il caso Wirecard non venisse considerato sufficientemente grave per agire in modo più deciso verso un supervisore unico del mercato europeo, piu' forte e indipendente, in futuro si verificheranno inevitabilmente altre crisi che colpiranno i risparmiatori e i contribuenti europei".