Di Mauro Speranza
Investing.com – L'Unione europea accende i suoi riflettori sull'attività svolta dall'autorità tedesca di regolamentazione bancaria (BaFin) in relazione al caso Wirecard, la società di pagamenti al centro dello scandalo per la questione di un ammanco a 1,9 miliardi di euro nel proprio bilancio. Ieri la società tedesca aveva chiesto l'avvio della procedura di insolvenza.
La Commissione europea, infatti, chiederà all'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) un'indagine per stabilire inadempienze della BaFin.
Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, inoltre, ha dichiarato nel corso di un'intervista al Financial Times che in base al risultato di tale indagine preliminare, la Commissione potrebbe avviare un'indagine per verificare se la BaFin abbia violato le norme europee sulla rendicontazione finanziaria.
“Chiederemo all'Esma di indagare se ci sono stati errori di vigilanza e, in tal caso, di stabilire una possibile linea d'azione", spiegava Dombrovskis, aggiungendo che la Commissione deve “chiarire cosa è andato storto" e che fisserà una scadenza a metà luglio per la risposta dell'Esma.
Bufera politica in Germania su Bafin
La BaFin era finita sotto attacco da parte del Ministro delle Finanze, Olaf Scholz, per aver mancato di esercitare in maniera efficace il proprio controllo sui conti di Wirecard.
Secondo Scholz, scrive il quotidiano tedesco 'Handelsblatt', sorgono “domande critiche” in merito alla supervisione di Wirecard, “soprattutto per quanto riguarda la contabilità e il controllo del bilancio”.
“I revisori e regolatori non sembrano essere stati efficaci”, dichiarava Scholz per poi sottolineare l'inazione del Bafin nel caso Wirecard, anche prima che scoppiasse lo scandalo, nonostante i diversi avvertimenti.
“La Bafin ha già ammesso i propri errori, ora devono essere identificati e corretti il più rapidamente possibile”, tuonava il Ministro delle Finanze, che poi ha promesso una disciplina più severe in materia di regolamentazione: “dobbiamo chiarire velocemente come dobbiamo modificare i nostri requisiti normativi al fine di poter monitorare reti aziendali complesse su tutta la linea, con prontezza e rapidità”.
Un altro Ministro tedesco, Peter Altmaier (Economia) aveva chiesto che lo scandalo venga risolto rapidamente, in quanto il danno di immagine che ne deriva per la Germania potrebbe essere importante.
Altmaier spiegava che “è molto importante per me che, guardando alla fiducia nella Germania come sede di banche, un caso del genere non si ripeta tanto rapidamente”.
Il ministro dell'Economia e dell'Energia, inoltre, aggiungeva che “ci saremmo aspettati una situazione del genere ovunque, ma non in Germania”.
Dalla Commissione europea, un portavoce spiegava che “l'efficacia delle norme dell'Ue dipende dal fatto che le autorità di vigilanza abbiano una buona visione d'insieme delle attività degli attori del mercato”, una vigilanza finanziaria efficiente “cruciale” per la “stabilità finanziaria nell'Ue”.
L'autocritica del BaFin e il crollo in borsa
Sulla vicenda Wirecard si era espresso già il presidente del Bafin, Felix Hufeld, definendola “una vergogna per la Germania” e considerandola della massima priorità.
Il presidente del Bafin ha quindi ammesso la propria responsabilità nell'assenza di controllo su Wirecard da parte dell'ente e sul caso Hufeld dovrà riferire alla commissione Finanza del Bundestag nel corso della prossima settimana.
A Francoforte, intanto, il titolo Wirecard (DE:WDIG) continua a sprofondare dopo la sospensione delle trattative arrivata ieri. Oggi il titolo perde oltre il 46% e viene scambiato a 1,88 euro.