È ora di considerare i titoli della difesa visto l’aumento delle spese militari?

 | 10.04.2024 11:35

La NATO, l’organizzazione del Patto Atlantico, ha festeggiato il suo 75esimo anniversario la scorsa settimana, in un periodo in cui l’alleanza composta da 32 membri si ritrova in una posizione sempre più precaria. L’avvertimento del Primo Ministro polacco Donald Tusk secondo cui l’Europa sarebbe entrata in un “periodo pre-guerra” sottolinea le difficoltà geopolitiche all’orizzonte e il bisogno di preparare le difese.

Che ci piaccia o no, il mondo sta vivendo una nuova epoca di guerre, segnata da crescenti conflitti (compresi quelli che coinvolgono attori non statali come Hamas e gli Houthi), dalla maggiore influenza cinese e dal rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA) in applicazioni militari. L’invasione russa dell’Ucraina ha acceso i timori di ritorsioni, mettendo in dubbio il supporto militare a lungo termine della NATO per Kyiv.

Dalla nascita dell’alleanza nel 1949, il numero assoluto di conflitti armati in tutto il mondo, nonché delle vittime di guerra, è decisamente sceso.

Ma, negli ultimi anni, le ostilità hanno visto un’escalation. I dati forniti da Our World in Data dicono che il numero totale dei conflitti armati in tutto il mondo nel 2022 è stato il più alto di tutti gli anni a partire dal 1989.

Questo allarmante aumento delle violenze ha portato ad una significativa impennata delle spese per la difesa tra gli alleati NATO, con ben 18 stati membri che dovrebbero destinare almeno il 2% del PIL alla difesa quest’anno, in salita da appena 3 nazioni nel 2014, secondo il gruppo.

L’Europa raddoppia le importazioni militari mentre aumentano le tensioni

La natura variabile della guerra va oltre i tradizionali conflitti tra stati nazionali, con attori non statali sempre più coinvolti nei conflitti armati. Il rapido sviluppo di IA e machine learning alimenta i timori per il potenziale uso in attacchi informatici, fisici e biologici.

Il SIPRI, l’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma, riporta che gli stati europei hanno quasi raddoppiato le importazioni di armi tra il 2019 e il 2023, ma l’impennata non si limita all’Europa. Gli Stati Uniti stanno monitorando il processo di modernizzazione militare della Cina. Pechino punta ad aumentare il budget per la difesa del 7,2% quest’anno.