Una selezione di titoli italiani interessanti con buona resa

 | 08.11.2022 13:04

Investire sull’Italia

Buone notizie per il nostro Paese. Secondo la stima preliminare dell’Istat la variazione del PIL del terzo trimestre 2022 è positiva: +0,5% rispetto al trimestre precedente e +2,6% rispetto allo stesso trimestre 2021. L’aumento è riconducibile alla crescita della componente servizi e tutti i settori collegati al turismo, mentre il contributo negativo deriva dall’agricoltura, industria e componente estera.

Al momento la crescita acquisita per il 2022 è pari al +3,9%.

Un dato inaspettato e decisamente superiore alle attese dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio e di Bankitalia. Nonostante la ventata positiva, le previsioni di crescita del PIL per il 2023 e le prospettive di recessione economica rimangono immutate.

“Crescita zero per il Pil dell’Italia nel 2023″ afferma così Moody’s, società di rating americana privata che esegue ricerche finanziarie ed analisi sulle attività di imprese commerciali e statali mondiali, una stima rivista al forte ribasso dal precedente +2,7% a causa delle conseguenze dovute all’invasione russa dell’Ucraina, il continuo aumento dei prezzi e la frenata della Cina.

Banca d’Italia stima una contrazione del PIL dell’1,5% nel 2023 ipotizzando uno scenario avverso con un arresto delle forniture di gas russo a partire dall’ultimo trimestre 2022, con ulteriori rincari dell’energia e con il rallentamento del commercio mondiale. Da un lato le calde giornate di ottobre scongiurano un inasprimento dei prezzi dell’energia, ma dall’altro rimangono condizioni di carattere strutturale che non permettono di escludere dinamiche più negative con l’avvicinarsi dei mesi invernali.

L’aumento generalizzato dei prezzi spaventa. L’inflazione nel mese di ottobre 2022 è aumentata del 3,5% su base mensile e dell’11,9% su base annua. L’Istat segnala che la forte accelerazione su base tendenziale è dovuta sia ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +44,5% di settembre a +73,2%) sia regolamentati (da +47,7% a +62,1%) sia non regolamentati (da +41,2% a +79,5%).

L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +8% per l’indice generale e al +3,7% per la componente di fondo.

L’alto livello di inflazione non viaggia alla stessa velocità dell’aumento delle retribuzioni degli italiani; infatti, la retribuzione oraria media del CCNL tra gennaio e settembre 2022 è aumentata “solamente” dell’1%. Questa divergenza rappresenterà un tema cruciale nei prossimi mesi.

Secondo l’indagine “Gli italiani e il risparmio” di Acri e Ipsos fatta in occasione della 98esima Giornata Mondiale del Risparmio, l’inflazione colpisce i risparmi cumulati perché molti italiani fanno ricorso alle proprie riserve o a prestiti.

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Di fatto, si riducono le famiglie in grado di far fronte con mezzi propri a situazioni di difficoltà: il 39% (era il 42% nel 2021) potrebbe affrontare con serenità una spesa imprevista pari a 10.000 euro, il 75% (era il 79% nel 2021) una di 1.000.

Diminuisce la percentuale di famiglie con un trend positivo o in crescita di risparmio (23% contro 35%) e raddoppiano le famiglie che stanno affrontando o che affronteranno una crisi grave o moderata nella capacità di accumulo (35% contro 18%). Le famiglie che lo scorso anno erano in una posizione intermedia stanno scivolando verso una situazione di difficoltà o di rischio.

Dato che i venti della recessione soffiano sempre più forti sull’Italia è opportuno muoversi con prudenza e scegliere le migliori soluzioni di investimento per proteggere il capitale a scadenza e soprattutto farlo fruttare.

Enel (BIT:ENEI) chiude i primi nove mesi del 2022 con ricavi a 108.177 milioni di euro e un risultato netto ordinario del gruppo a 2.977 milioni di euro in calo del 9,5% rispetto ai primi nove mesi del 2021. Il debito netto del gruppo sale a 69,736 miliardi per effetto di cambi valutari e investimenti. Enel rivede la previsione dell’utile netto ordinario per il 2022 tra 5 e 5,3 miliardi di euro prevalentemente per un minore contributo dei business in Italia rispetto a quelli delle altre geografie di presenza del Gruppo, con una conseguente maggiore incidenza delle minoranze sull’utile netto ordinario, nonché per una pressione fiscale attesa a fine 2022, in particolare in Spagna, maggiore rispetto alle previsioni.

Un forte trimestre per STM (EPA:STM), con un utile raddoppiato e la previsione di un andamento sostenuto nel quarto. Nel terzo trimestre di quest’anno l’utile netto si attesta a 1,099 miliardi di dollari, in volata del 131,8% rispetto ai 474 milioni. I ricavi sono cresciuti del 35,2% anno su anno a 4,321 miliardi, contro i 4,24 miliardi stimati dalla società alla fine del secondo trimestre.

Ottima trimestrale anche per Mediobanca (BIT:MDBI), che batte le attese degli analisti con i risultati del primo trimestre che evidenziano una sostenuta crescita dei ricavi, in particolare del margine di interesse, e conferma “buona parte” dei target del piano per l’anno a fine giugno. Come riporta Reuters, il trimestre chiude con un utile netto di 262,6 milioni, sostanzialmente in linea con i 261,9 milioni dello scorso anno, superiore al consensus raccolto dalla banca di 230 milioni. Superiori alle attese anche i ricavi complessivi che si attestano a quota 757 milioni (+7%) a fronte di un consensus di 705 milioni.

Tutte società caratterizzate da buoni fondamentali e ottime prospettive di crescita. Le performance nell’ultimo mese di Enel e Mediobanca sono positive, rispettivamente del +15,13% e del +20,06%, negativa invece quella di STM con un -5,06%.

Parliamo di alcuni certificati con riferimento questi sottostanti all’interno della pagina Linkedin "T.I.E. The Intermonte Eye" e del sito websim.it alla sezione Free Area.

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