Investing.com | 02.11.2023 09:50
La Federal Reserve ha lasciato invariato il suo tasso d’interesse di riferimento per la seconda riunione consecutiva e ha mantenuto aperta la porta a un altro rialzo dei tassi quest’anno, dato che la battaglia in corso della banca centrale contro l’inflazione sembra essere tutt’altro che conclusa.
Al termine della riunione di mercoledì, i funzionari del FOMC hanno votato all’unanimità per mantenere invariata la fascia di oscillazione del tasso dei fondi federali all’indirizzo dal 5,25% al 5,50%.
Saltando un rialzo dei tassi a novembre, Powell e gli altri alti funzionari della Fed sperano di utilizzare il tempo extra per valutare ulteriormente l’impatto dell’aumento dei tassi sull’inflazione e sull’economia.
“L’attività economica si è espansa a un ritmo sostenuto nel terzo trimestre”, si legge nella dichiarazione della Fed dopo la riunione, segnando un miglioramento rispetto al “ritmo solido” dell’attività che la Fed aveva visto nella riunione di settembre.
La dichiarazione della Fed ha aggiunto che, dato che l’aumento dei posti di lavoro è ancora “forte” e l’inflazione è ancora “elevata”, la banca centrale continua a considerare “l’entità di un ulteriore irrigidimento delle politiche che potrebbe essere appropriato per riportare l’inflazione al 2% nel tempo”.
In prospettiva, i responsabili politici hanno dichiarato di prevedere ancora un rialzo dei tassi di 25 punti base prima della fine di quest’anno, con un picco del tasso obiettivo dei Fed funds nell’intervallo 5,50%-5,75%.
Nonostante il tono da falco della Fed, molti investitori ritengono improbabile che la banca centrale statunitense aumenti ulteriormente i tassi, ponendo fine al ciclo di inasprimento più aggressivo degli ultimi decenni.
Secondo lo strumento di monitoraggio dei tassi della Fed di Investing.com, gli operatori vedono ora il 70% di possibilità che la Fed lasci i tassi ai livelli attuali a dicembre. Nel frattempo, i mercati finanziari stanno valutando una piccola possibilità di un taglio dei tassi già nella riunione della Fed del giugno 2024, con probabilità attualmente pari a circa il 50%.
Sebbene esista questa possibilità, non è affatto una garanzia e il mercato potrebbe avere un brusco risveglio se la crescita economica dovesse continuare a essere forte e l’inflazione dovesse riaccelerare al rialzo nei prossimi mesi.
Ciò potrebbe costringere la Fed ad alzare i tassi almeno un’altra volta, e forse anche due.
Cosa fare ora?
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Nota dell’autore: Al momento della scrittura, sono short sull’S&P 500, Nasdaq 100 e Russell 2000 tramite il ProShares Short S&P 500 ETF (SH), il ProShares Short QQQ ETF (PSQ) e il ProShares Short Russell 2000 ETF (RWM). Ribilancio regolarmente il mio portafoglio di singoli titoli ed ETF sulla base di una costante valutazione del rischio sia del contesto macroeconomico che dei dati finanziari delle società.
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