3 motivi per cui il Bitcoin alla fine vedrà un breakout al rialzo

 | 25.05.2020 16:06

Questo articolo è stato scritto in esclusiva per Investing.com

  • Un trader leggendario dà al Bitcoin un pollice in su
  • La capitalizzazione di mercato delle classi di asset della valuta digitale è scesa dalla fine del 2017
  • Tre motivi per favorire il rialzo del Bitcoin e delle sue cripto-cugine

Nel 2010, quando quasi nessuno al mondo sapeva cosa fosse una criptovaluta, il prezzo del Bitcoin era di circa sei centesimi a token. Negli anni successivi, consideravo la moneta digitale poco più di un videogioco e di una caccia al tesoro.

I miner usavano sempre più potenza dei computer ed elettricità per scoprire token che valevano una manciata di dollari. Nel 2012, il prezzo ha superato i 10 dollari per la prima volta. Nel 2013 è stato raggiunto il livello di 100 dollari e la gente ha cominciato a prestare attenzione. Nel 2014 molti analisti hanno iniziato a definire il Bitcoin una febbre dei bulbi dei tulipani dell’era moderna, con il prezzo schizzato a poco meno di 950 dollari quando Mt. Gox, una piazza nipponica, è finita a gambe all’aria.

Sebbene molti token siano svaniti nel nulla, il Bitcoin non si è mai spostato al di sotto dei 200 dollari dopo l’evento. Sono nate nuove monete digitali, creando una fiorente classe di asset che si muove fuori dall’attenzione dei governi e delle banche centrali mondiali.

Nel 2017 il Bitcoin ha segnato un rally miracoloso superando il massimo di 17.500 dollari a token. Al picco, la capitalizzazione di mercato della classe di asset ha raggiunto più di 800 miliardi di dollari. L’austerità ha pesato sul Bitcoin nel 2018 e nel 2019, spingendo il prezzo al minimo di poco più di 3000 dollari a token. Tuttavia, alla fine della scorsa settimana, è tornato a bussare alla porta dei 10.000 dollari.

Un trader leggendario dà al Bitcoin un pollice in su

A marzo, quando i mercati di tutte le classi di asset sono scesi sulla scia della pandemia globale, il leader delle valute digitali ha segnato il minimo dall’aprile 2019.