Investing.com | 08.03.2022 08:27
Da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina, sui giornali, nelle principali televisioni, dai principali gestori, quando si parla di mercati, sentiamo solo 2 cose:
Se avete visto il film con Leonardo di Caprio, “The Wolf of Wall Street”, in una delle varie telefonate, c’è una frase che tra tutte le prese in giro merita invece di essere citata, ovvero “perché quando lo leggete sul Wall Street Journal, ormai è troppo tardi”.
Non credo esista un modo migliore per spiegare la situazione attuale delle materie prime, che come detto all’inizio sono menzionate praticamente ovunque.
Andiamo quindi per ordine, e cerchiamo di utilizzare il buon senso fuor dal coro…
Come ho detto in alcune delle mie analisi precedenti, io in questo esatto momento POSSIEDO in portafoglio materie prime, in particolare pesano il 7.5% del mio portafoglio totale.
La differenza è che le materie prime io le ho comprate più di un anno fa, come sempre metto qui sotto lo screenshot della mia posizione perché mi piace dire quello che faccio e fare quello che dico.
In questo momento sono infatti in guadagno del 75%.
Ora, nella mia strategia di asset allocation (ricordate quando parlavo di fare bene la suddivisione per asset class?) la percentuale da destinare a questa asset specifica, va dal 5 al 10%, pertanto viste le valutazioni e la corsa recente, questa settimana ridurrò i pesi per portarli nel limite inferiore del range (in particolare chiuderò questo strumento, concentrandomi solo su Oro all’interno del permanent portfolio, vedi analisi precedente).
Le motivazioni della scelta
Ora, non lo so se le materie prime continueranno o meno a salire, può darsi per un discorso di momentum, che abbiano ancora un po' di benzina per correre. Tuttavia ritengo il rischio eccessivo, e le motivazioni come sempre sono da ritrovare nella storia.
La tabella che vedete sopra, rappresenta i rendimenti del Bloomberg Commodities Index. In particolare, dal 1991 ad oggi, notiamo come il rendimento annualizzato di questa asse class sia stato (udite udite) dello 0.7%!
Tanto per capirci, il monetario (inteso come titoli di Stato a brevissimo termine) ha reso nello stesso periodo il 2.3% annuo, mentre l’inflazione è stata del 2.5%. La differenza è che le materie prime però, a differenza del monetario, sono decisamente più volatili e rischiose.
Quindi le materie prime NON hanno coperto (contrariamente a quanto si pensi ed a quanto dicono i titoloni dei giornali) nemmeno l’inflazione (ma come: non stanno dicendo tutti che le materie prime servono a proteggersi dall’inflazione?!).
Conclusioni
Notando il grafico sopra, vediamo come dallo scorso anno sia effettivamente iniziato un ciclo rialzista per le materie prime, con l’indice arrivato a 138 punti, un livello che non si vedeva dal 2012. Tuttavia ricordiamoci che una grossa parte del movimento è giù stata acquisita, inoltre le materie prime, per definizione, non pagano cedole o dividendi, di conseguenza con le condizioni monetarie più restrittive potrebbero non essere più tanto convenienti.
Il messaggio importante che voglio passare, è di avere sempre una mente logica e non allinearsi alla massa, che si muove dentro e fuori dai mercati spinta da ciò che dicono i principali media.
Riuscire a fare un’analisi lucida può aiutarci in molte situazioni ad evitare di restare incastrati in grosse fregature.
Nel lungo periodo in particolare, l’unica vera asset class che copre dall’inflazione, è il mercato azionario, e sono convinto che un buon indice diversificato (ACWI o S&P 500) possa decisamente essere una soluzione migliore rispetto a puntare tutto su un paniere di materie prime.
Un ultimo consiglio: guardate "The Wolf of Wall Street"!
Alla prossima!
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