A Jackson Hole ci sarà rottura tra Bce e Fed, attenzione alle banche italiane

 | 23.08.2021 11:37


E' l'evento di fine estate che stiamo aspettando un pò tutti. Quasi come se fossimo in trepida attesa ad concerto in cui a momenti canterà il nostro artista preferito.

Jackson Hole, organizzato dal 1978 dalla Fed di Kansas City nella parte nord-ovest dello Stato Usa del Wyoming, è un meeting di importanza mondiale in cui partecipano banchieri ed economisti di grande rilevanza. Quest’anno si svolgerà come lo scorso via web e non in presenza come previsto inizialmente, e si terrà questo fine settimana (26 - 28 agosto).


Ma andiamo per gradi. 

Nel mio articolo "E' tornato il mostro inflazione ma Powell continua a prescrivere calmanti" parlavo dell’indicatore preferito dalla Fed, il PCE. Era aumentato del 4% (quarto grande aumento consecutivo), quasi il doppio prefissato dalla Banca centrale. Quest’ultima, ovviamente, ripeteva che l’inflazione era causa conseguente dei vari fattori “transitori” e che i prezzi si sarebbero normalizzati il prossimo anno. Ma sottolineavo che non era da sottovalutare questa crescita perché il PCE era cresciuto solo dell’1,7% all’anno tra il 1995 e il 2019 e quindi era giusto iniziare a parlare di riduzione degli acquisti di asset, cambiando le politiche accomodanti, iniziando ad attuare il tapering entro fine anno.


Adesso occhi puntati, ovviamente, su Jerome Powell (number one della Fed) per un possibile avvio "dell'agognato" Tapering e su quanto sia rapida o meno l'effettiva
riduzione del programma di acquisto, a differenza della Bce che molto probabilmente continuerà con gli stimoli. Infatti, Nella riunione di luglio i funzionari (della Fed) vista la crescita veloce dell'economia erano a favore di un cambio di strategia (ridimensionare i 120 miliardi di dollari mensili di acquisti di titoli di Stato e titoli ipotecari), passando al prossimo step, attuare il Tapering prima del previsto appunto. Robert Kaplan (presidente della Fed di Dallas) ha dichiarato che la sua intenzione era quella di cambiare la politica sugli acquisti già da tempo e con la prossima conferma di una ripresa chiederà che il nuovo "piano" sia annunciato già nella riunione di settembre. Con i dati sull'occupazione che sorprendono, l'inflazione oltre il 5% (entrata però in una fase calante dimostrata dalla diminuzione al 4,6% dei prezzi del noleggio di auto, quelli degli aerei, i prezzi delle auto usate scese dello 0,2%) e il Pil al 6,5% e una nuova politica monetaria "meno accomodante" porterebbero ad un dollaro più forte degli ultimi tempi.