Acciaio e Alluminio: Stati Uniti in azione

 | 02.03.2018 16:19

L’annuncio dell'imposizione di dazi antidumping su acciao e allumunio, da parte del presidente americano Trump, con conseguenti rialzi dei prezzi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio, ha scosso il mercato, nonostante negli ultimi giorni, i rumors al riguardo, siano stati sempre più insistenti.

D’altronde, è probabile che l’amministrazione Trump, per quanto possa “abbaiare”, non "morderà", l’altra metà del pianeta e si intende l’Asia.

I valori del Future Bobina Acciaio USA e del Future Alluminio, in conseguenza degli insistenti rumors, si erano già "allineati" sul mercato.

Per questo motivo, i produttori, non sono rimasti sorpresi dalla notizia, diverso è stato per gli utilizzatori professionali delle due materie prime, che hanno reagito in modo più emotivo, rilasciando commenti piuttosto critici verso l'adozione dei dazi.

Nelle sue dichiarazioni, Trump ha affermato che le guerre commerciali, quando portate avanti per correggere situazioni di squilibrio, sono "buone e facili da vincere".

"Quando un paese (USA) sta perdendo molti miliardi di dollari negli scambi commerciali con praticamente tutti i paesi con cui fa affari, le guerre commerciali sono buone e facili da vincere", ha scritto Trump su Twitter.

Ciò è stato interpretato come un atteggiamento di sfida verso coloro che hanno espresso critiche al suo piano di dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio.

Lo scivolone odierno dei titoli azionari, in parte, è stato attribuito proprio all'iniziativa di "guerra commerciale" intrapresa dal presidente USA.

Riteniamo, tuttavia, che questa interpretazione degli eventi, sia pretestuosa, dopo mesi e mesi di rialzo del mercato.

Oggettivamente, si è trattato per gli operatori, più semplicemente, di una buona occasione per prendere qualche profitto.

L'Unione Europea ha promesso ferme contromisure, la Cina ha esortato Trump a mostrare moderazione e il Canada, il più grande fornitore di acciaio e alluminio degli Stati Uniti, ha comunicato che, se lo scambio commerciale di questi prodotti fra i due Paesi, sarà penalizzato dai dazi, si rivarrà adottando contromisure.

Pur promettendo di agire "fermamente", l'Unione Europea, che si considera un contrappeso globale a un Trump protezionistico, non ha fatto menzione di ritorsioni, ma ha parlato di contromisure in armonia con le regole (OMC).

La Cina non è intervenuta sulle notizie dell’ultima ora.

Il gigante asiatico, evidentemente, detenendo una enorme quantità dei titoli di debito pubblico Statunitense, ritiene di essere in posizione di forza nei confronti degli USA, se un giorno, infatti, dovesse decidere di liquidare le sue posizioni, sarebbe un vero guaio per gli Stati Uniti.

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Ricordiamo che i Cinesi da gennaio del 2018 hanno già fermato gli acquisti del debito pubblico americano.

Le potenziali conseguenze dell'attuale situazione costituiscono, paradossalmente, una fattore di stabilizzazione dei mercati nel medio termine ( 6 mesi ).