Aggiornamento dalla nostra sala operativa

 | 28.07.2014 14:27


Le piazze finanzarie europee aprono la settimana in una fase wait and see, nonostante Tokyo abbia terminato in rialzo la seduta, sui massimi da 6 mesi a questa parte.
Questa sarà una settimana piuttosto importante in termini di trimestrali: ad oggi, i risultati di bilancio sono stati buoni ed i mercati si attendono un proseguo del trend in corso. Pfizer Ltd (NYSE:PFE)., Reynolds American Inc (NYSE:RAI) Inc. e American Express Co (NYSE:AXP) Co. Sono alcune tra le più importanti delle 150 imprese componenti l’indice S&P500 che pubblicheranno i dati di bilancio durante questa settimana. Al momento, circa il 79 per cento delle aziende statunitensi che hanno pubblicato i risultati dello scorso trimestre hanno battuto le stime degli analisti per quanto riguarda i dati di profitto, mentre il 66 per cento ha superato le previsioni di vendita. Secondo un analisi statunitense, i profitti nel complesso aumenteranno del 6,2 per cento nel secondo trimestre, mentre le vendite avanzeranno del 3,3 per cento.

Nel pomeriggio per intanto, sempre negli Usa, avremo un'altra tornata di dati sul settore immobiliare (vendite di abitazioni a giugno), oltre che l'indice Pmi del settore servizi: qui i dati preliminari potrebbero mostrare che l'indice stilato da Markit Economics sul polso dei responsabili degli acquisti per il settore dei servizi è sceso a 59,8 a luglio da 61 del mese precedente.

Inizia infatti a serpeggiare il timore di una bolla sui listini, ora che il tapering è entrato nel vivo dell’agenda della FED e all’orizzonte inizia ad affacciarsi un rialzo dei tassi a stelle e strisce. Sull’azionario, le statistiche si sprecano: l’indice statunitense S&P500 non è mai sceso per più di tre giorni di fila durante questo 2014, contro una media di cali per almeno nove giorni di fila se prendiamo i dati da marzo 2009.
Alle attuali quotazioni, più di 15.000 miliardi dollari sono stato aggiunti ai valori di borsa statunitensi, con l'S & P 500 quasi triplicato rispetto al minimo di 12 anni registrato sempre nel marzo 2009: questa corsa (per alcuni un po’ eccessiva) è stata alimentata sì dallo stimolo monetario da parte della Federal Reserve, ma anche da un’espansione economica che dura da cinque anni e da utili societari record.

Per molti professionisti finanziari però, questa avanzata ininterrotta inizia a provocare una certa ansia: il mercato è sull'orlo di una bolla o ne è già all’interno, secondo tre persone su cinque, secondo un recente sondaggio tra professionals negli states. L’indice S&P500 è di circa il 25 per cento sopra il suo picco nel 2007 e le sue quotazioni scambiano a 18 volte gli utili riportati, vicino alla massima valutazione dal 2010 a questa parte; l'indice inoltre scambia senza registrare una perdita del 10 per cento da 33 mesi, la terza sequenza più lunga a partire dal 1990 (in media, le correzioni si sono verificati ogni 18 mesi dal 1946 ad oggi). Ogni calo del mercato però, risulta al momento l’occasione per soddisfare la voglia di acquisti di nuovi acquirenti che tornano sull’azionario, con la sensazione che non possono permettersi di perdere la prossima gamba di mercato toro. Tutto questo, quanto potrà durare ancora?

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A latere, sul valutario segnaliamo la situazione del cambio EUR/USD, ad un punto chiave sulla MM200 (chart weekly) e sulle medie mobile di breve e medio termine (chart monthly): il cambio potrebbe riprendere fiato e riportarsi in area 1.35, nel caso questi supporti dinamici dovessero reggere e sostenere la divisa unica. Diversamente, una rottura di questi livelli (complice un rallentamento dell’economia nell’eurozona e un ulteriore accelerazione negli states) potrebbe spingere le quotazioni del cambio ulteriormente al ribasso.