Agosto da dimenticare

 | 01.09.2022 09:14

Finisce l’estate e anche il cosiddetto rally estivo, con un conto amaro per gli investitori. Nulla a che vedere con il calo di aprile (-8,80% sullo S&P 500) ma con l’assenza di un class asset in rialzo e con un Vix in salita di oltre il 21% (tuttavia ancora a livelli non preoccupanti).

Le vendite di azioni e obbligazioni sono diventate purtroppo una caratteristica distintiva di questo anno, a cui ad agosto si sono accompagnate anche le materie prime. Indici mondiali, misurati dall’iShares MSCI ACWI Index (ACWI) che chiudono il mese in calo del 4,36%, obbligazionario (IAGG) in flessione del 3,13% e perfino le materie prime, misurate dal CRB Index, principale rifugio durante le pressioni inflazionistiche, che chiudono in calo dello 0,57%. Nonostante la corsa del gas, +10.91% in America e +25,6% in Europa, ad incidere sul paniere sono stati in particolare i cali sul greggio (oltre il 9% e annotando il terzo mese consecutivo in calo), benzina (-15%), argento (-11%) e sull’oro (-3,12%). In controtendenza, oltre al gas, si annotano i rincari su cotone +14,7% e succo d’arancia +15,44%, causa anche gli effetti della siccità.

Crescita del mercato azionario che ha arrestato il suo corso nell’incapacità dell’S&P 500 di superare la sua media mobile a 200 giorni e ha trovato nelle parole di Powell, al simposio di Jackson Hole, il catalizzatore del nuovo trend.