Utili di Alphabet e Facebook potrebbero mostrare la resilienza delle piattaforme

 | 27.10.2020 12:10

Le due più grandi compagnie di social al mondo, Alphabet (NASDAQ:GOOGL) e Facebook (NASDAQ:FB), pubblicheranno i report sugli utili del terzo trimestre 2020 giovedì 29 ottobre dopo la chiusura dei mercati. Gli investitori attendono segnali del fatto che per il mercato delle inserzioni digitali, fortemente colpito dalla pandemia, il peggio sia passato.

Per Alphabet, compagnia madre del colosso delle ricerche Google, la situazione degli affari sta diventando piuttosto impegnativa. La compagnia con sede in California ha riportato il primo calo delle vendite nei suoi 22 anni di storia nel suo report sugli utili del secondo trimestre a luglio.

Nell’ultimo trimestre, terminato il 30 settembre, le stime degli analisti sono di utili per azione pari ad 11,3 dollari su vendite di 42,76 miliardi di dollari.

Data la forte dipendenza di Alphabet dalle spese inserzionistiche in settori come viaggi e ricezione, che si trovano sotto pressione nell’immediato futuro, gli analisti sembrano concordare nel dire che quest’anno sarà uno dei più duri per Google in termini di vendite.

La compagnia solitamente non fornisce previsioni, anche se l’amministratore delegato Sundar Pichai a luglio ha dichiarato di vedere dei primi segnali di una potenziale stabilizzazione. Un’area positiva che potrebbe far recuperare parte della debolezza nell’attuale mercato fiacco delle inserzioni digitali è la divisione cloud-computing della compagnia, che ha continuato a crescere anche durante la pandemia, schizzando del 43% nel secondo trimestre.

Oltre agli utili, gli investitori sono curiosi di conoscere i dettagli circa la posizione della compagnia nella causa antitrust del Dipartimento per la Giustizia avviata questo mese, secondo cui Google userebbe delle tattiche anti-concorrenza per preservare il monopolio del suo motore di ricerca e della relativa attività inserzionistica.

La causa costituisce la “più aggressiva sfida legale USA” al dominio di una compagnia nel settore tech in oltre due decenni, scrive il Wall Street Journal.

Malgrado queste difficoltà, l’enorme liquidità di Google, la sua intenzione di proseguire con i riacquisti di azioni e la forza delle divisioni cloud e YouTube stanno aiutando il titolo a sostenere le pressioni. Il titolo è schizzato di oltre il 20% nel 2020. Ieri ha chiuso a 1.584,29 dollari, con un crollo di circa il 3% sulla giornata.