Analisi FX 19/12/2014: Putin show e mercati in risk off prenatalizio

 | 19.12.2014 10:27


Riflettori nuovamente puntati sulla Russia, anzi sul presidente Vladimir Putin che nella conferenza di fine anno ha dovuto ammettere la crisi economica e internazionale senza però riconoscerne appieno l’estrema gravità. In un discorso-show pieno di luoghi comuni intrisi di nazionalismo da guerra fredda e amore per la patria, Putin è riuscito a citare l’orso russo (cui la NATO vuole limare zanne e artigli), attaccare le potenze occidentali che hanno rifiutato l’apertura russa (sia politica che finanziaria) ed ha infine incensato la grandezza della Russia. Un paio d’anni è l’orizzonte temporale che si è dato: previsione fin troppo ottimistica viste le condizioni in cui versano economia e standing internazionale, ma che consentirà al presidente di guadagnare tempo prezioso alla guida del paese. Tempo che stava scadendo a causa della popolarità al minimo storico e alle indiscrezioni circa i numerosi mal di pancia degli oligarchi, che ferventi sostenitori del potere di Putin, iniziano ad essere stanchi del salasso finanziario a cui sono sottoposti.
Quanto sopra senza elencare la vendita massiva di riserve sia in valuta che auree della Banca Centrale Russa nel tentativo nei mesi scorsi di tenere inutilmente il tasso di cambio del Rublo sotto controllo, il tracollo finanziario dovuto al crollo del prezzo del greggio e la mossa a sorpresa di alzare i tassi d’interesse al 17%.
E Cuba? Dopo l’abbandono di Pechino sedotta dal capitalismo più sfrenato, l’ultima ideologica trincea della guerra fredda è stata ufficialmente distrutta ripiombando la Russia nell’auto-isolamento internazionale.
La guerra del petrolio, iniziata dagli Stati Uniti, sta iniziando a mietere le sue vittime illustri: oltre alla Russia sull’orlo del tracollo finanziario, anche il Venezuela, membro dell’OPEC, è ad un passo dal default. Tuttavia, questa strategia di logoramento che ha portato il WTI a 55 dollari/barile inizia a ritorcersi contro gli stessi USA considerando che le stime tra i produttori a stelle e strisce identificava in 80 dollari/barile la soglia di stabilità.
La situazione si sta surriscaldando ad est dell’Ucraina: i toni nazionalisti e il proverbiale orgoglio di Putin non lasciano presagire nulla di buono. E nemmeno le continue incursioni aeree.

Market Movers

Alle 8:00 in Germania l’indice dei prezzi alla produzione atteso stabile a -0.2%, mentre l’indice GFK sulla fiducia dei consumatori è atteso a 8.8 dal 8.7 della rilevazione precedente.
Alle 14:30 in Canada l’inflazione core mensile è attesa a 0.1% dallo 0.3%, mentre il dato generale è atteso a -0.1% dallo 0.1% della lettura scorsa. Alla stessa ora le vendite al dettaglio mensili sono attese a -0.2% dallo 0.8% della rilevazione precedente per il dato core, mentre il dato generale è atteso a 0.1% dallo 0.0% della lettura scorsa.

Vota l’App
Unisciti ai milioni di utenti che utilizzano l’app di Investing.com per restare sempre aggiornati.
Scarica ora

EURUSD