Anteprima BCE: Draghi di nuovo equilibrista, l’economia della zona euro inciampa

 | 04.03.2019 16:53

di Geoffrey Smith

I nervi della Banca Centrale Europea (BCE) saranno di nuovo messi alla prova questa settimana, quando la commissione di politica monetaria si incontrerà per la seconda volta quest’anno.

Il Presidente Mario Draghi e il suo team stanno tentando di chiudere un ciclo di politica monetaria straordinariamente allentata, necessario per tenere insieme il progetto della moneta unica negli ultimi 10 anni. Ma la BCE è ora sotto pressione per fare qualcosa per rivitalizzare la crescita sottotono.

Sia l’economia tedesca che quella italiana - che rappresentano oltre il 40% del PIL della zona euro - sono in stagnazione. La debolezza della potenza di esportazione tedesca, fiore all’occhiello della regione per la maggior parte dell’ultimo decennio, preoccupa particolarmente, data la fragilità di altre fonti di crescita. L’indice Ifo sulla fiducia delle imprese, seguitissimo indicatore della fiducia e dell’attività, ha segnato il minimo dal 2014 a febbraio.

“La BCE dovrà effettuare un bilanciamento tra un’azione preventiva, che potrebbe essere percepita come panico, ed un atteggiamento rilassato di attesa per vedere cosa succederà, che potrebbe invece essere percepito come noncuranza”, afferma Carsten Brzeski, analista di ING.

Probabilmente, ci sono sufficienti barlumi di speranza nei recenti sviluppi a suggerire che i rischi peggiori per l’economia potrebbero non materializzarsi. Innanzitutto, il rischio di una Brexit caotica senza accordo (che ha giocato un grosso ruolo nel brusco calo della fiducia delle imprese della zona euro) è diminuito, in quanto entrambi i principali partiti britannici hanno ammorbidito le proprie posizioni per adattarsi all’opinione dei centristi e delle aziende.

Secondariamente, il rischio di un’escalation dello scontro commerciale tra Stati Uniti e Cina si sta riducendo, con il Wall Street Journal che ha riportato nel fine settimana che le due parti sarebbero vicine ad un accordo che potrebbe portare ad un abbassamento bilaterale dei dazi e ad un miglioramento dell’accesso degli Stati Uniti al mercato cinese.

Ciononostante, nei verbali dell’ultimo vertice della banca si legge che per alcuni policymaker è una priorità “urgente” preparare nuove operazioni.