Anticipare i mercati seguendo le “Mani Forti”

 | 09.10.2015 15:42


Il mercato è il luogo, fisico o virtuale, dove domanda ed offerta di uno strumento finanziario o fisico vengono scambiati determinando un prezzo. Il valore espresso non sempre coincide con il “fair value” (prezzo corretto) espresso dai fondamentali ma a chi compra e vende interessa l’effettivo esborso necessario per lo scambio. E’ possibile prevedere i prezzi? No. Il mercato è imprevedibile ma tradabile nel senso che si cerca di catturare la tendenza, quando c’è, grazie a studi statistici che portano a definire un metodo che massimizzi i guadagni tagliando le perdite con regole di money management ferree. Le strategie per individuare una tendenza sono diverse (grafiche, fondamentali, statistiche…) e spesso coadiuvate da indicatori per l’individuazione dell’operatività dei Big Investor, le così dette “Mani Forti” che muovono i mercati.
1) COT net position: il grafico individua tre categorie di operatori: Commercials, Large Speculators e Small Speculators e la rispettiva “view” sui mercati. Generalmente il piccolo trader/investitore si comporta spesso al contrario del Big Investor invece di seguirlo. Un esempio lampante è il grafico a luglio 2015 sullo S&P500 che evidenzia una forte correlazione inversa con tanti piccoli rialzisti contro parecchi grandi ribassisti; sappiamo tutti cos’è successo ad agosto. Regola: guardare l’indicatore quando c’è evidente e forte correlazione inversa tra “Small” e “Commercial/Large”.
2) Put/Call Ratio: rappresenta il rapporto tra venditori e compratori di opzioni sul mercato che si sta analizzando. Valore sopra l’unità indica maggior numero di ribassisti sul mercato con posizioni aperte, valori negativi implicano maggiore presenza di rialzisti. Nel caso del CBOE (Chicago Board Option Exchange) nel 2015 sono stati registrati dei massimi a maggio, luglio e nell’ultima decina di agosto, periodi che hanno registrato livelli da dove il mercato azionario USA è poi sceso nel tempo (indicatori anticipatori). E’ un indicatore anticipatore del sentiment.
3) Baltic Index: rappresenta l’andamento in dollari nel tempo dei costi di trasporto merci via mare, comprendendo i costi dei noli, di tutte le principali rotte mondiali. Se le merci non circolano ed i noli sono deserti o fermi è sintomo di una domanda bassa che porta i prezzi a scendere, conseguenza di una economia reale debole. Attualmente quota intorno agli 800-850 $ e, su grafico logaritmico, viene da minimi assoluti di periodo di inizio 2015 e si trova attualmente in corrispondenza dei minimi del 2002 e del 2009. Sicuramente risente anche dell’andamento dei prezzi del petrolio. Fornisce tendenze dell’economia reale mondiale.
I Big Investor danno segnali chiari a volte e, per l’operatività di medio-lungo periodo quindi non intraday, avere tre conferme con tre indicatori diversi che anticipano le tendenze dei mercati può fornire suggerimenti per l’asset allocation del proprio portafoglio e soprattutto dare il giusto timing di ingresso/uscita dai mercati. Provate a fare, come diciamo in trading room, i “pesci spazzini” che seguono gli squali di Wall Street. I Grandi Speculatori danno segnali ed indicazioni, teniamone conto!