Arriva il mese peggiore per i titoli azionari: prevista volatilità oltre a timori

 | 30.08.2021 10:25

  • Powell non offre alcuna tempistica certa per il tapering: salgono titoli azionari, Treasury, materie prime; scende il dollaro
  • Sorprendentemente, gli investitori tornano comunque al Reflation Trade
  • I rally da record degli indici S&P 500 e NASDAQ Composite, nonché i massimi quasi storici del Dow Jones e del Russell 2000 possono continuare con l’inizio di settembre? Storicamente, dal 1945, è il mese che solitamente rappresenta il periodo peggiore dell’anno per i titoli azionari.

    Senza dubbio, è la stessa domanda che probabilmente si stanno facendo i trader mentre cercano di capire se lo slancio che ha spinto i titoli azionari ai livelli più alti della storia possa bastare a compensare una serie di rischi in corso, come la nuova impennata di casi da variante Delta del COVID-19 in tutto il mondo.

    I tori hanno preso il controllo dei mercati venerdì, quando il Presidente della Federal Reserve Jerome Powell, intervenendo all’annuale simposio di Jackson Hole della banca centrale, ha reso noto che la Fed non ha alcuna fretta di alzare i tassi, ma che probabilmente comincerà a ridurre gli acquisti di asset “quest’anno”. Tuttavia, sebbene sembri una buona notizia per gli investitori sul breve termine, i mercati sono pieni di timori geopolitici, economici e sanitari.

    Anche se il messaggio di Powell è stato deludente, dal momento che non è stata presentata una chiara tempistica, e il suo tono è stato prudente, il presidente della Fed ha creato le aspettative di potenziali cambiamenti, con un possibile catalizzatore in arrivo questo venerdì nel report sull’occupazione non agricola di agosto, avendo affermato che c’è margine di miglioramento sul mercato del lavoro statunitense. Tutti si chiedono, a questo punto, se i dati di venerdì basteranno a convincere la Fed a diventare finalmente più interventista.

    Torna il Reflation Trade

    Tutti i maggiori indici statunitensi sono rimbalzati nell’ultimo giorno di scambi della scorsa settimana, ma il pattern prevalente è stato il reflation trade. L’indice Russell 2000, che comprende società USA a bassa capitalizzazione che traggono vantaggio dalla riapertura economica e sono spesso chiamati titoli value, ha registrato una performance superiore, rimbalzando del 3%, mentre il NASDAQ 100, l’indice che comprende i titoli tech preferiti durante la pandemia e noti come titoli growth, è salito di appena l’1%.

    I dettagli giornalieri offrono un quadro persino più chiaro: se analizziamo gli 11 settori SPX, i dati mostrano una distinta preferenza degli investitori per i settori value. Il settore energetico è schizzato del 2,7%, seguito da finanziari e materiali, con +1,3%. Il settore tech non è riuscito a guadagnare neppure un intero punto percentuale, mentre i servizi di comunicazione sono balzati dell’1,6%.

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    Il ritorno ai titoli sensibili alla crescita economica è stato persino più pronunciato dal punto di vista settimanale: energia +7,5%, finanziari +3,5%, materiali +2,6% e industriali +2,25%. Il settore tech è salito di meno l’1,5% su base settimanale, superato ancora una volta dai servizi di comunicazione, con +2,4%.

    Questa rotazione dai growth ai value è evidente anche su base mensile, con i finanziari schizzati del 7%, seguiti dai materiali con +4,1%. Al terzo posto i tech, con un rally del 3,3%. Su questa finestra temporale, i servizi di comunicazione restano indietro, salendo di solo il 2,2%.

    Ammettiamo di trovare sconcertante il fatto che gli investitori preferiscano correre il rischio con i ciclici, considerato che la Fed prolungherà il suo stimolo, che ha avvantaggiato in particolare i titoli tecnologici. I timori circa l’inasprimento della Fed erano che il tech, il settore per il quale si aspetta da tempo una correzione, sarebbe stato il più colpito dall’annuncio di una tempistica per il tapering del QE. Dal momento che non era previsto un annuncio simile, ci saremmo aspettati che sarebbero stati i titoli tech ad essere spinti, non i titoli legati al Reflation Trade.

    Questa sorpresa viene evidenziata dal fatto che i titoli sensibili alla ripresa economica hanno già registrato una performance superiore. Il Russell 2000 è schizzato di circa il 135% dal bottom del marzo 2020, mentre il NASDAQ 100 è salito di solo il 128% nello stesso periodo.

    Detto questo, il grafico del NASDAQ 100 dimostra una presenza rialzista molto più decisiva rispetto al Russell 2000, che vaga dal record del marzo 2021.