Mondo in ripresa dal coronavirus: gli USA saranno traino o fanalino di coda?

 | 10.07.2020 13:44

Il mercato azionario non solo è staccato dalla realtà economica, ma sembra lontano anche dai mercati dei bond e delle valute. Queste visioni differenti potrebbero fornire un dettaglio cruciale su ciò che pensano i mercati circa le prospettive per l’economia statunitense e sul suo ruolo nella ripresa globale dal coronavirus.

Nelle ultime settimane, la differenza tra i rendimenti dei Buoni del Tesoro USA a 10 e a 2 anni si è costantemente ridotta. Nel frattempo, il dollaro è sceso contro una serie di importanti valute quest’anno, compresi euro, yen giapponese e franco svizzero. Da parte sua, l’euro è salito contro in pratica ogni valuta di rilievo quest’anno. Entrambi i trend mandano un messaggio che salta all’occhio: la ripresa negli USA probabilmente sarà lenta, mentre aree come l’Europa potrebbero vedere una ripresa più rapida.

Gli spread si stanno contraendo

La differenza tra il tasso dei buoni del Tesoro a 10 e a 2 anni era scesa a soli 10 punti base nel febbraio 2020. Tuttavia, lo spread aveva cominciato ad aumentare ad inizio marzo, finendo per rimbalzare a circa 70 punti entro la metà del mese, proprio quando i mercati azionari globali e quelli delle materie prime stavano collassando. Da quel punto in poi, lo spread 2-10 anni è rimasto perlopiù stabile, fino a quando non ha ricominciato a ridursi, scendendo a circa 45 punti base al 9 luglio.

Lo spread 2-10 anni tende ad essere indicativo delle prospettive sull’economia degli investitori fixed-income. Uno spread minore, soprattutto uno che si dirige verso lo zero, suggerisce che gli investitori credono che i tassi di interesse molto probabilmente crolleranno sul breve termine e resteranno bassi per un periodo di tempo prolungato, mentre la banca centrale cerca di contrastare la debolezza economica. Nello scenario del peggiore dei casi, può anche indicare l’idea che l’economia sia destinata alla recessione. Al contrario, uno spread in aumento può rispecchiare l’idea che i tassi molto probabilmente saliranno sul breve termine man mano che l’economia si espanderà.