Attesa volatilità con l’inizio della stagione degli utili; azioni tech in salita

 | 12.07.2021 16:05

  • Gli investitori venerdì sono passati dai titoli growth ai ciclici
  • Gli indici hanno registrato nuovi record
  • Occhi puntati sulla stagione degli utili nella speranza che confermi la fiducia nella ripresa
  • I timori per l’inflazione e per la variante Delta pesano sugli investitori
  • Dopo una settimana di scambi altalenanti, tre dei quattro maggiori indici USA, S&P 500, Dow Jones e NASDAQ, hanno chiuso a nuovi massimi record venerdì. Tuttavia non sembra esserci un fattore chiaro a trainare i trader, anche se le cose potrebbero cambiare nella settimana in apertura con l’inizio della stagione degli utili.

    Mentre i titoli azionari sono tornati alla ribalta dopo il peggiore selloff da settimane, il Reflation Trade è stato ancora una volta responsabile dell’accelerazione di venerdì, eclissando i titoli growth, noti anche come titoli tecnologici. Tuttavia, è stato il Russell 2000, che comprende aziende nazionali a bassa capitalizzazione che beneficiano di più dal ritorno dei consumatori alle abitudini di spesa pre-pandemia, ad avere avuto la performance superiore. Il rialzo del 2,1% dell’indice è stato il doppio di quello del NASDAQ Composite, che non ha guadagnato nemmeno un intero punto percentuale.

    Persino le società tech mega-cap quotate sul NASDAQ 100 hanno avuto una performance inferiore al Russell, guadagnando solo lo 0,7%, meno di un terzo del rally del Russell.

    Il Dow Jones Industrial Average è balzato dell’1,3% venerdì, secondo solo al Russell 2000. Anche i titoli mega-cap dell’indice blue-chip da 30 componenti sono value.

    Cambiamento del paradigma dei settori

    Un cambiamento di paradigma simile si è visto nei settori del mercato. I finanziari, (+2,9%), hanno avuto una performance superiore, grazie all’aumento dei rendimenti, per la prima volta da un po’ di tempo, ed alla prospettiva di tassi di interesse più alti, che farebbero aumentare i margini di profitto delle banche.

    Al secondo posto gli energetici, (+2,1%), il che ha senso dal momento che le società di questo settore rappresentano il carburante (letteralmente e in senso figurato) della ripartenza di un’economia in espansione. A dire il vero, il settore sta beneficiando anche delle aspettative di quella che potrebbe forse essere una domanda da record per il greggio, sulla scia dell’aumento dei viaggi in auto e per le vacanze in estate, con le economie che riaprono e i consumatori che non vedono l’ora di lasciare le proprie case finiti i lockdown.

    Inoltre, il recente scontro tra i membri dell’OPEC+, che ha ridotto per ora la produzione di greggio, sta avendo un impatto sul prezzo. Ciononostante, il costo dell’energia solitamente aumenta insieme all’espansione economica.

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    Il settore dei materiali ha registrato la terza migliore performance la settimana scorsa (+2%), mentre al quarto posto troviamo i titoli industriali, (+1,6%).

    Dall’altra estremità dello spettro della Reflazione, tecnologia e servizi di comunicazione, saliti entrambi solo dello 0,9%, non sono andati molto meglio dei titoli difensivi, che tendono ad avere una performance inferiore durante l’espansione.

    Nonostante gli indici NASDAQ legati al settore tech siano riusciti ad unirsi agli indici S&P 500 e Dow Jones Industrial Average chiudendo ad un record, nessuno dei due indici tech ha però registrato massimi storici intraday come hanno fatto invece i due riferimenti.

    In ultima analisi, però, come abbiamo più volte dimostrato, i titoli tech continuano a dominare il mercato quest’anno. E questo è osservabile su base settimanale, mensile, trimestrale e sull’anno in corso. È facilmente visibile confrontando i grafici.

    L’indice NASDAQ 100 punta verso l’alto: