Attività insolita per l’EUR/CHF, calo dell’EUR

 | 21.11.2014 13:39

h2 Forex News and Events/h2

Stamattina la quiete sui mercati valutari è stata interrotta dalla conferenza stampa del presidente della BCE Draghi al Congresso Bancario Europeo. Mario Draghi ha detto che alcune previsioni d’inflazione sono troppo basse e ha aggiunto che “faremo tutto ciò che va fatto per far aumentare l’inflazione e le previsioni d’inflazione il più velocemente possibile, perché questo è ciò che postula il nostro mandato sulla stabilità dei prezzi”. Dalla fine di ottobre la BCE ha acquistato bond garantiti per un valore di 10,485 miliardi di euro. Sebbene acquisti ulteriori di ABS e le operazioni TLTRO dovrebbero generare una sostanziale espansione degli attivi di bilancio, la BCE si è impegnata ad aumentare gli acquisti se gli interventi recenti non saranno efficaci. Sta per essere introdotto un vero e proprio QE? Anche se sui mercati valutari dominano le diffuse vendite di EUR, l’insolita attività dell’EUR/CHF ha attirato la nostra attenzione.

I mercati monetari amplificano la pressione sul CHF, si sospetta un intervento della BNS

I recenti sondaggi sul referendum sull’oro hanno mostrato una svolta significativa verso il fronte dei “no”, ma le pressioni all’acquisto sul CHF non sono diminuite. Si ritiene che i flussi del mercato monetario abbiano rafforzato la forza del franco. I bond svizzeri a tripla A emessi dalle banche di credito ipotecario (una procura per i bond della Confederazione Svizzera) trovano forti richieste per essere poi girati in altre valute con un basso tasso di swap.

L’EUR/CHF ha trascorso la prima metà della settimana nella fascia compresa fra 1,2010 e 1,2020, poi abbiamo iniziato a vedere un’attività insolita nell’EUR/CHF. I rialzi giornalieri a cui assistiamo da mercoledì, cui è seguito un rally ai massimi della settimana, non sembrano proprio movimenti guidati dal mercato. L’impennata a 1,20329 dopo l’intervento di Draghi non può che confermare le voci di un intervento della BNS. Analogamente, l’USD/CHF stamattina ha inaspettatamente invertito il suo pattern, compiendo un rally aggressivo fino a 0,9676. L’introduzione di un vero e proprio QE nell’Eurozona è chiaramente positiva per il CHF e richiederà una reazione dalla BNS per difendere la soglia minima a 1,20. Se a ciò sommiamo le speculazioni sul referendum sull’oro, chiaramente non è il momento giusto per lasciare che i mercati operino liberamente. L’EUR/CHF, già a livelli critici, probabilmente questa settimana ha ricevuto qualche supporto esterno. Le cifre sui depositi a vista settimanali, in uscita lunedì, dovrebbero fare chiarezza sulla questione. Un aumento significativo dei depositi a vista dovrebbe confermare l’attività di sostegno della BNS.

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L’EUR/TRY si consolida sotto 2,80 dopo la decisione della BCT di mantenere i tassi invariati

Alla riunione del 20 novembre, la Banca Centrale di Turchia (BCT) ha mantenuto invariata la sua politica, il tasso di riferimento settimanale sui pronti contro termine è rimasto all’8,25%, come pure il corridoio overnight per prestiti e crediti, stabile fra il 7,50% e l’11,25%. “Le misure macroprudenziali prese all’inizio dell’anno e la rigida impostazione di politica monetaria continuano ad avere un impatto positivo sull’inflazione di fondo”, ha dichiarato la banca. Inoltre, la flessione favorevole dei prezzi del petrolio è vista positivamente per la disinflazione prevista per il prossimo anno. Ciò nonostante, la BCT s’impegna a mantenere un’impostazione di politica monetaria rigida “finché non vi sarà un sostanziale miglioramento nelle previsioni d’inflazione”. Sul mercato, le conversazioni successive alla decisione puntano a futuri tagli del tasso, per lo meno finché la TRY si comporterà bene.

La decisione di mantenere i tassi invariati ha fatto salire la lira in modo generalizzato. L’EUR/TRY è sceso a 2,7740 perché il mix costituito dalla decisione della BCT e dalle parole di Draghi ravviva l’interesse per le strategie di carry trade. Aumentano i flussi per le operazioni di carry trade dall’EUR alla TRY, intanto le volatilità continuano a essere basse. La base valutaria incrociata a 3 mesi mostra una propensione crescente per lo spread fra i tassi EUR – TRY, mentre i rischi valutari rimangono in secondo piano.