Aumenta la paura di una recessione?

 | 23.06.2022 09:32

Con i riflettori puntati sulla testimonianza di Powell al Congresso, la prima dal suo secondo mandato, i mercati europei faticano a trovare quella fiducia necessaria, scambiando esclusivamente in territorio negativo.

Milano nuovamente maglia nera (-1,36%) tra le principali piazze finanziarie europee, enfatizzando quella vulnerabilità e preoccupazioni che circondano il nostro Paese – alle prese con turbolenze politiche e rischi energetici, dove oltre ai noti dilemmi di forniture di gas e di rincari dei prezzi della benzina, si sono annesse quelle legate all’acqua e alle sue ripercussioni, sia energetiche che alimentari.  Governo che proprio ieri ha approvato al Consiglio dei ministri il nuovo decreto contro i rincari delle bollette di luce e gas mettendo mano al portafoglio con circa 3,27 miliardi di euro.

Listini europei che da inizio settimana stanno scambiando in territorio misto, prossimo allo zero, mentre quelli statunitensi in rialzo di quasi due punti percentuali, enfatizzando quindi una maggiore preoccupazione sulla crescita del Vecchio Continente maggiore rispetto a quella statunitense.

Federal Reserve: In un evento, quello di ieri della testimonianza alla commissione bancaria del Senato, durato quasi due ore e mezza, tra discussioni sul mercato del lavoro, inflazione, criptovalute, Ucraina, recessione, mercato energetico e scelte politiche, il presidente della Fed Jerome Powell ha riconosciuto l’esistenza – impossibile rispondere alla domanda che non vi sia –di un chiaro rischio che il rapido inasprimento della politica monetaria statunitense possa far precipitare l'economia statunitense in recessione e che la narrativa di un "atterraggio morbido" sarà “molto impegnativo. Il mercato continua a valutare un'alta probabilità di un aumento di 75 punti base da parte della Fed il 27 luglio e di due punti percentuali entro fine anno, con un tasso che dovrebbe assestarsi al 3,75%.

Mercati azionari statunitensi che hanno ieri faticato a trovare una propria direzione, oscillando tra guadagni e perdite. Le preoccupazioni per l'inflazione, l'inasprimento delle banche centrali e il loro impatto sulla crescita rimangono al centro. Tuttavia, con molti dei titoli già in forte calo, il sentiment degli investitori si è in qualche modo stabilizzato (ieri il Vix è ritornato sotto la soglia dei 30 punti, cedendo quasi il 4%). 

Rischio di stagflazione che ieri ha lasciato il posto al rischio di recessione, con i titoli energetici e dei materiali che hanno registrato le maggiori perdite.