Swissquote Europe Ltd | 03.03.2014 10:59
La settimana si apre all’insegna di una discreta avversione al rischio; c’è stata un’escalation della situazione in Ucraina, dopo che Putin ha ottenuto l’approvazione all’invasione. I paesi del G7 hanno condannato la violazione russa dei diritti sovrani dell’Ucraina e hanno sospeso le attività di preparazione del vertice del G8 di Sochi. Le valute dei paesi emergenti hanno aperto la settimana in calo contro l’USD; il rublo ha fatto registrare le perdite più consistenti. La coppia USD/RUB ha iniziato la settimana con il turbo, raggiungendo il massimo storico pari a 36,9029. La Banca Centrale russa ha aumentato il tasso di riferimento dal 5,5% al 7,0% per evitare rischi inflattivi.
Oltre alle tensioni politiche fra Russia e Ucraina, il PMI manifatturiero cinese è sceso a 48,5 punti, minimo da 7 mesi, e in Giappone le spese di capitale riferite al quarto trimestre hanno deluso le attese del mercato. In questo lunedì, le piazze azionarie asiatiche si sono mosse prevalentmente in territorio negativo; il Nikkei 225 ha ceduto l’1,27%, l’Hang Seng l’1,33%, mentre il Composite di Shanghai guadagna lo 0,92% (mentre scriviamo). L’USD/JPY ha consolidato le perdite a Tokio. La chiusura della scorsa settimana sotto il supporto a 101,80 ha intensificato le pressioni al ribasso. L’indice MACD (a 12-26 giorni) entrerà in territorio negativo in caso di chiusura giornaliera inferiore a 101,55. Prima di 102,00, ci sono solide offerte per le opzioni. Il supporto chiave rimane a 100,76 (supporto di febbraio).
L’AUD non ha reagito granché al PMI cinese perché tutti gli occhi sono puntati sull’Ucraina. L’AUD/USD ha aperto la settimana 0,8894 (sotto le medie mobili a 21 e 50 giorni). Gli indicatori di trend e momentum sono negativi e ciò fa presagire un’estensione delle perdite a 0,8830 (minimo di dicembre). Il supporto chiave si trova a 0,8660 (minimo 31 gennaio). La riunione della RBA di domani dovrebbe essere un non-evento.
Venerdì l’EUR ha compiuto un forte rally dopo che le previsioni sull’inflazione di febbraio hanno sorpreso al rialzo. L’EUR/USD ha toccato quota 1,3824, facendo scendere bruscamente l’indice DXY sotto 79,750 per la prima volta dal 27 dicembre. La coppia ha aperto la settimana in gap a 1,3779, in vista dei dati PMI. Il complesso EUR dovrebbe continuare a essere vulnerabile, per la crisi ucraina e le attese di una BCE accomodante alla riunione del 6 marzo. Il supporto chiave si trova a 1,3665 (38,2% di Fibonacci sul rally di novembre-dicembre). In zona 1,3800/25 abbondano le offerte, s’intravedono stop sopra 1,3825. La coppia EUR/GBP continua a trovare richieste sopra 0,82000, ma a questo livello ci sono discrete offerte per le opzioni per la settimana entrante, che dovrebbe diventare resistenza se saranno liquidati gli ordini a 0,82000. La prima linea di resistenza entra in gioco alle medie mobili a 21 e 50 giorni (0,82510 e 0,82707).
Il secondo rilevamento sulla crescita annualizzata riferita al quarto trimestre, pubblicato venerdì negli USA, si è attestato al 2,4%, inferiore al 2,5% previsto e al 3,3% precedente. L’indice PIL/prezzi è salito dall’1,3% all’1,6% e il PCE primario t/t è aumentato dall’1,1% all’1,3%. L’indice DXY non è riuscito a recuperare le perdite sulla scia dei dati favorevoli e ha aperto la settimana sotto 80,000.
In Canada, il rafforzamento del PIL nel quarto trimestre (+2,9% rispetto al 2,6% previsto e al 2,7% precedente) è stato offuscato dalla debolezza delle cifre sulla crescita riferite a dicembre. L’USD/CAD prima ha compiuto un rally fino a 1,1147, per poi cedere i guadagni e scendere a 1,1041. Gli indicatori di trend e momentum rimangono negativi. La coppia sta testando al ribasso la media mobile a 21 giorni (1,1053).
In questo lunedì, l’attenzione è puntata sulla serie di PMI manifatturieri di febbraio in uscita in Svezia, Norvegia, Spagna, Svizzera, Italia, Francia, Germania, Eurozona e Regno Unito. Altri dati in uscita: bilancia delle partite correnti riferita al quarto trimestre in Svezia; PIL annuale a/a e rapporto deficit/PIL per il 2013 in Italia; crescita dell’indice sui crediti netti a/a di febbraio in Norvegia; crediti al consumo netti, approvazione di mutui e prestiti netti per abitazioni di gennaio, massa monetaria m/m e a/a di gennaio nel Regno Unito; prezzi prodotti industriali e materie prime m/m in Canada; redditi e spese personali di gennaio, deflattore PCE e PCE primario m/m e a/a di gennaio, indice definitivo PMI Markit di febbraio, ISM manifatturiero e prezzi pagati, spese per costruzioni m/m di gennaio negli Stati Uniti; nuove immatricolazioni di veicoli di febbraio in Italia.
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