Baltic Dry Index, attesi movimenti violenti in futuro

 | 03.05.2013 11:47

Recentemente il Wto (World Trade Organization), ha pubblicato un rapporto secondo il quale la crescita del commercio a livello globale potrebbe attestarsi nel 2013 al 3,3%, molto meno del +4,5% previsto in precedenza e solo marginalmente meglio del +2% del 2012.

Lo stesso report fornisce anche un termine di paragone per valutare le attuali previsioni: negli ultimi 20 anni in media la crescita del commercio è stata del 5,3% annuo, quindi nell’ultimo biennio essa si è dimostrata decisamente debole.

Ma al mercato non servono le previsioni del Wto per valutare l’andamento degli scambi, è sufficiente infatti osservare l’andamento del Baltic Dry Index per convincersi che in questa fase ci sia relativamente poco valore da estrarre dal comparto delle materie prime.

Il Baltic Dry Index è l'indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi che trasportano materiale "dry", ovvero non liquido, e sfuso, quindi principalmente carbone, ferro e derrate agricole, il suo valore indirettamente fornisce quindi un quadro chiaro del rapporto di forza tra domanda ed offerta di queste merci.

Ebbene il Baltic Dry viaggia ormai da molti mesi in prossimità dei minimi storici di quota 647, toccati a febbraio 2012, ed ha disegnato una lunga fase laterale caratterizzata da una volatilità ridotta rispetto alla media passata (la volatilità storica calcolata a 60 settimane vale il 116% circa, la sua media a 200 settimane il 155%).

Le ipotesi che si possono avanzare allo stato attuale sono sostanzialmente due, o la fase laterale rappresenta un preparativo di inversione del precedente trend ribassista, originato dai massimi di novembre 2009 a 4661 punti, oppure è solo una pausa dello stesso, pronto quindi a riprendere: difficilmente una evidente compressione di volatilità come quella attuale si può protrarre così a lungo, a meno di mutamenti strutturali nella natura del mercato che tuttavia al momento non sono visibili.

La fuoriuscita dall'intervallo percorso dai prezzi nell'ultimo e mezzo circa, compreso tra i 647 ed i 1165 punti dovrebbero fornire indicazioni chiare sulle dinamiche future di tutto il comparto merci.

Oltre la resistenza il Baltic Dry invierebbe un segnale di forza anticipatore di movimenti fino in area 2170, sui massimi di ottobre 2011, al quale con buona probabilità il Crb risponderebbe con la rottura del picco dello scorso settembre a 321 punti e target a 360 circa, mentre sotto il supporto si attiverebbe una nuova fase calante che potrebbe estendere anche fino ai 300 punti, un andamento che implicherebbe con buona probabilità discese del Crb verso i 210 punti almeno.