Balzo di Nio che torna a respirare. Grazie a Putin?

 | 17.03.2022 14:18

Mercoledì l’azione della società che produce auto elettriche di lusso è salita del 25%. La reazione innescata dagli annunci politici di Pechino, che parla di collaborazione con gli Usa per risolvere il problema delle società cinesi quotate a Wall Street. Il 24 marzo in arrivo i conti del 2021.

L’impegno in prima persona del vice-premier Liu He.

Il portentoso rialzo del 25% messo a segno da Nio nella seduta di mercoledì 16 marzo a Wall Street riaccende l’attenzione degli investitori sulla società cinese di auto elettriche di lusso. Considerata la principale rivale di Tesla (NASDAQ:TSLA) in Cina, Nio ha guidato la reazione dei titoli tech cinesi alle importanti novità annunciate dalla politica. La campana dello stop alle vendite e del via alle ricoperture è suonata all’inizio di questa settimana, quando i media controllati dalla Stato cinese hanno scritto che le autorità di Pechino e i regolatori americani stanno facendo progressi nello sforzo di definire un piano di cooperazione per risolvere il problema delle società cinesi quotate a Wall Street. Su questo tema si sta impegnando in prima persona il vice premier Liu He, membro del politburo del Comitato centrale del Partito comunista.

Citigroup (NYSE:C) conferma il Buy e vede un possibile rialzo del 500%.

Fra i broker americani il primo a scattare è Citigroup, che ha diffuso ieri una nota per segnalare l’avvio di copertura dell’azione Nio quotata a Hong Kong con un target price che implica un upside (potenziale di rialzo) del 500%. “Mi accontenterei del primo +100%”, commenta ironico un investitore su Reddit. Negli ultimi 14 mesi la performance di Borsa di Nio ha messo a dura prova la tenuta psicologica di tutti gli investitori: il calo complessivo dal gennaio 2021 (prima del balzo di ieri) è stato del 75%. Una performance da società che corre verso il fallimento. E invece non è così: i conti di Nio non segnalano situazioni di stress, la società si sviluppa ai ritmi previsti di una start-up che opera in un settore ad alto tasso di crescita.

Prevista nel 2022 una crescita del 76%, nel 2023 il primo utile.

Il 24 marzo Nio annuncerà i risultati del quarto trimestre e dell’intero 2021. Per l’intero esercizio il consensus degli analisti stima una crescita dei ricavi del 120% a 35,8 miliardi di yuan (5,6 miliardi di dollari) e una perdita di 8,5 miliardi di yuan (1,34 miliardi di dollari). Per il 2022 la previsione è di una crescita dei ricavi del 76% e di una forte riduzione della perdita, con l’obiettivo dell’utile che dovrebbe venire raggiunto nel 2023, quando i ricavi saliranno a 99 miliardi di yuan (15,6 miliardi di dollari).
Fra gli analisti il giudizio su Nio è un Buy quasi unanime, con 21 raccomandazioni di acquisto su 25 esperti che coprono il titolo. La media dei target price è 52,5 dollari, il 180% in più della quotazione attuale (18,75 dollari).

A fine 2021 posizione finanziaria positiva per 4,3 miliardi di dollari.

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Per una società che si gioca la sua scommessa sugli altissimi ritmi di crescita, è di fondamentale importanza avere accesso ai capitali per sostenere finanziariamente lo sviluppo. A fine 2021 Nio dovrebbe avere una posizione finanziaria netta positiva per 27 miliardi di yuan (4,3 miliardi di dollari). Secondo alcuni analisti dovrebbero bastare per sostenere la crescita nei prossimi quattro anni, qualcuno però ha dei dubbi. Ed è qui che si è avviato l’ultimo tormentone che ha contribuito a dare la mazzata finale alle quotazioni di Nio, con una caduta del 45% dall’inizio del 2022.

Washington vuole cacciare cinque società cinesi da Wall Street.

Per Nio essere quotata a Wall Street è fondamentale per potere accedere al più grande mercato dei capitali a costi limitati. Negli ultimi 12 mesi Nio, insieme a molte altre società, è stata stritolata nel braccio di ferro fra Washington e Pechino: le autorità americane dicono che non intendono più permettere la permanenza al Nyse o al Nasdaq di società straniere che non si adeguano alle regole della contabilità in vigore in Usa. Pechino, invece, vieta alle società cinesi di diffondere all’estero alcuni dati ritenuti sensibili per le aziende e i clienti. Dopo mesi di minacce, poche settimane fa gli Usa sono passati dalle parole ai fatti e hanno stilato una lista di cinque società cinesi che dovranno lasciare Wall Street. Nio non è fra quelle, ma il timore è di finire prima o poi nell’elenco. Nio si è mossa rapidamente per essere quotata anche a Hong Kong, obiettivo raggiunto il 10 marzo scorso, in modo da potere attutire i danni causati da un’eventuale cacciata da Wall Street.
Questa era la situazione fino a martedì scorso, quando poi è arrivato il colpo di scena: Pechino e Washington collaborano per risolvere il problema delle società cinesi quotate in Usa. Se ne occupa il vice-premier Liu He. Non è da escludere che gli Usa, in fase di corteggiamento verso la Cina perché non dia sostegno alla follia di Putin, abbiano deciso di ammorbidire la loro posizione. In ogni caso gli azionisti Nio tornano a respirare.

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