Banche centrali: la BNS rimuove la base minima per l’EUR/CHF

 | 15.01.2015 12:41

h2 Forex News and Events/h2

La BNS ha rimosso la base minima a 1,20 per l’EUR/CHF e ha abbassato il tasso d’interesse, portandolo a -0,75%. Gli interventi sul forex degli ultimi giorni devono essere costati molto alla BNS, che oggi ha annunciato la decisione a sorpresa. Viste le pressioni sull’EUR/CHF, una violazione accidentale della soglia minima avrebbe intaccato più seriamente la credibilità della BNS. La situazione dettata dal panico per il franco svizzero dovrebbe continuare fino all’annuncio della nuova strategia. Nel suo comunicato ufficiale, la BNS ha affermato che “la divergenza fra le politiche monetarie delle principali aree monetarie è aumentata significativamente – una tendenza che probabilmente si accentuerà ancora di più. [...] In tale contesto, [...] il rafforzamento e il mantenimento del tasso di cambio minimo per il franco svizzero contro l’euro non sono più giustificati”. La BNS ha fatto notare che rimarrà attiva intervenendo sul mercato dei cambi per influenzare le condizioni monetarie in caso di necessità.

L’EUR/CHF è sceso a 0,85 in un unico movimento, il franco svizzero ha toccato il massimo storico contro l’euro. A nostro avviso, in questo momento qualsiasi intervento della BNS sarebbe simile a spargere una manciata di sabbia su una spiaggia. Si prevede che le volatilità continueranno.

La RBI taglia inaspettatamente i tassi

Con un intervento a sorpresa, la banca centrale indiana (Reserve Bank of India, RBI) ha tagliato sia il tasso sui pronti contro termine sia quello sui pronti con patto di riacquisto, portandoli rispettivamente al 7,75% e al 6,75%. Il dato sull’inflazione inferiore all’obiettivo della RBI per il terzo mese consecutivo viene visto come principale motivo di questo intervento. Il governatore Rajan prevede un raffreddamento dell’inflazione, sotto il 6%, entro un anno e il collega Virmani, membro del panel consultivo della RBI, aveva già detto il 13 gennaio che “è ora di tagliare i tassi”. L’intervento sui tassi mira a stimolare gli investimenti e la ripresa economica in un momento favorevole, visti i bassi prezzi di materie prime ed energia. Si tratta del primo taglio del tasso da maggio 2013 e, secondo Rajan, sono prevedibili altri tagli nel primo trimestre se continueranno le pressioni deflattive. Il governatore ha anche sottolineato l’importanza di un “consolidamento fiscale” sostenuto, come pure la necessità di “superare le limitazioni nell’approvvigionamento e assicurare la disponibilità” delle risorse per fare in modo che i tassi più bassi si traducano in crescita.

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L’USD/INR ha aperto in gap a 61,8850, scendendo aggressivamente a 61,4825 e superando così il supporto costituito dalla media mobile a 100 giorni (61,7016) per la prima volta da luglio 2014. Le previsioni di altri interventi dovrebbero limitare i lunghi sull’INR. Osserviamo un solido supporto prima della media mobile a 200 giorni (60,8880).

Breve nota sulla lira turca

Ci si chiede ora se l’intervento della RBI innescherà un contagio in Turchia, dove crescono le pressioni per tassi più bassi, perché l’inflazione è in calo e la BCE si prepara a un QE in piena regola. La lira continua a far registrare un buon andamento nei confronti di USD e EUR. Sebbene i lunghi per l’USD/TRY rimangano solidi a 1,2382/1,2550 (50% di Fibonacci sul rialzo da maggio a dicembre / media mobile a 100 giorni), secondo noi è possibile un progresso verso 2,60 (resistenza prima di agosto 2013 diventata supporto) per la coppia EUR/TRY. La base valutaria incrociata a 3 mesi mostra che si è ristabilita una preferenza per la lira contro l’EUR, perché le volatilità sono in calo da dicembre 2014. Le inversioni di rischio 25-delta a tre mesi per la coppia EUR/TRY sono in brusco calo dall’inizio dell’anno.