BCE e Draghi sotto i riflettori

 | 05.03.2015 13:04

h2 Forex News and Events/h2

Oggi BoE e BCE annunceranno la loro decisione in materia di politica monetaria; entrambe dovrebbero mantenere lo status quo. La BoE sarà sicuramente un non-evento per chi opera in GBP, soprattutto perché le discussioni pre-elettorali dovrebbero occupare sempre di più le prime pagine e definire la direzionalità della GBP nelle settimane a venire. Oltre all’uscita della Grecia (Grexit), ora i mercati iniziano a parlare di un’uscita della Gran Bretagna (Brexit)! In caso di vittoria dei conservatori alle elezioni del 7 maggio, la probabilità di un’uscita del Regno Unito dall’UE balzerebbe dall’attuale 15% al 45%. Il cable è sceso di nuovo sotto la sua media mobile a 50 giorni (1,5273) e il MACD fa presagire un’inversione ribassista di breve termine prima dei dati sul lavoro in uscita domani negli USA.

Da questa parte della Manica, la BCE dovrebbe mantenere la politica invariata, dopo svariati mesi di pesanti interventi di politica monetaria. Per il Consiglio della BCE è arrivato il momento di fermarsi e monitorare i risultati dei massici strumenti di allentamento introdotti in rapida successione negli ultimi sei mesi: tassi negativi, operazioni TLTRO, acquisti di debito privato e, in ultima istanza, l’allentamento quantitativo che inizierà la prossima settimana. Queste misure indurranno il presidente Draghi a rilevare il miglioramento del sentiment (registrato dai sondaggi ZEW e IFO e da altri indici sulla fiducia), i PMI positivi, l’espansione del credito e l’incoraggiante crescita del PIL nel quarto trimestre.

Con buona probabilità, la disinflazione non sarà il tema principale di questa riunione. Il tasso swap indicizzato all’inflazione a 5 anni è sceso ulteriormente, all’1,64%, notizia sicuramente non positiva per la BCE, in lotta contro il calo dei prezzi al consumo. Tuttavia, fortunatamente, il calo dei prezzi del petrolio continuerà a essere la scusa in più per il rallentamento della domanda nell’Eurozona.

Rimane il rompicapo greco…

Ci aspettiamo dettagli significativi sul QE, soprattutto in riferimento al rompicapo greco. Nell’arco delle prossime tre settimane, la Grecia deve onorare debiti e interessi per un valore pari a 6,5 miliardi di euro, e ancora non si è giunti a un accordo con l’UE su un potenziale salvataggio. Il ministro delle Finanze greco Varoufakis ha detto che il paese ha dei piani alternativi per gestire la crisi del debito. In mancanza di dettagli, però, cala la fiducia nella solvibilità della Grecia, e ciò potrebbe costare al paese l’etichetta di “non idoneo” e verrebbe quindi escluso dal programma di QE (quindi la Grecia lascerebbe l’euro). Siamo curiosi di sentire cos’avrà da dire Draghi sugli ultimi sviluppi.

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EUR in calo prima della BCE

Ieri l’EUR/USD è sceso sotto il minimo di gennaio a 1,1098 a New York, calando fino a 1,1026 (mentre scriviamo). Il supporto chiave è costituito dal livello psicologico a 1,10, sotto il quale discreti stop e consistenti barriere legate alle opzioni dovrebbero accelerare e rafforzare la svalutazione dell’EUR, con implicazioni per tutto il complesso EUR. Le diffuse pressioni negative sull’EUR hanno fatto scendere l’EUR/JPY al minimo mensile pari a 132,15. Il MACD (12-26) è entrato in zona negativa, suggerendo l’inizio di un’inversione ribassista di breve termine in caso di chiusura giornaliera inferiore a 133,70 (pivot MACD). L’EUR/GBP consolida la debolezza a 0,72383/0,72626. Il supporto psicologico a 0,72 dovrebbe subire pressioni man mano che aumentano gli scettici sull’EUR prima di Draghi. La direzionalità di breve termine dell’EUR/GBP rimane tuttavia poco chiara, perché il nervosismo pre-elettorale nel Regno Unito pesa sulla propensione degli operatori per la GBP. La base valutaria incrociata a 3 mesi mostra una preferenza durevole per l’EUR contro la GBP. Ciò lascia presagire una potenziale inversione del trend ribassista dell’EUR/GBP in vista delle elezioni di maggio.