BCE, la grande attesa e la forza relativa dell'euro

 | 10.12.2020 11:46

I riflettori sono tutti puntati sulla Banca centrale europea e sappiamo che oggi dovrebbe pronunciarsi a favore di un altro pacchetto di allentamento di circa 500 miliardi di euro, probabilmente integrato da prestiti più generosi alle banche. Stiamo parlando di una notizia che molto probabilmente è già stato prezzato, eppure l'euro nonostante tutto ha continuato a salire.

Una valuta più forte, lo sappiamo, può frenare la crescita e con l'attuale deflazione un euro ancora più forte potrebbe essere un vero grattacapo. E' per questo motivo che la BCE potrebbe offrire qualcosa in più rispetto a quanto si aspettano gli investitori, forse un pacchetto di QE più vicino a 1.000 miliardi di euro o un taglio dei tassi, mosse che potrebbero servire a far deprezzare l'Euro.

Ma sono ipotesi fattibili? Molti dei "falchi" potrebbero non essere disposti a dare sostegno perché sostengono che con i tassi di interesse già negativi, i vantaggi di un massiccio QE sarebbero minimi e si potrebbe incoraggiare una speculazione eccessiva. Inoltre, quando la BCE aveva manifestato l'intenzione di inserire modifiche monetarie i vaccini non erano ancora stati annunciati. Queste notizie riducono al minimo i rischi a lungo termine e potrebbero diminuire le chance di un'azione ultra aggressiva.

La conclusione è che i mercati potrebbero rimanere delusi dalle dimensioni di questo pacchetto. Se così fosse, aspettiamoci una reazione positiva dell'euro. Qualcuno sostiene che il presidente Lagarde potrebbe cercare di favorire una svalutazione dell'euro durante la conferenza stampa, ma ciò funzionerebbe solo se gli investitori dovessero ritenere eventuali dichiarazioni fattibili. Il solo dichiarare di volere un euro più debole, ricordiamoci che lo fece già a settembre, potrebbe non bastare.

Nel frattempo la giornata di mercoledì ha segnato un'improvvisa ricomparsa dell'avversione al rischio, con il calo delle azioni tecnologiche che hanno guidato i mercati azionari statunitensi al ribasso. Non c'è stato un vero catalizzatore dietro questa svendita, sebbene l'assenza di una svolta nei colloqui sul piano fiscale USA potrebbe aver fornito agli investitori una scusa per prendere profitti a livelli elevati.

Detto questo, la battuta d'arresto non è stata drammatica. L'S&P 500 è tornato al punto in cui era scambiato venerdì scorso, mentre il Nasdaq (più pesante) è ora semplicemente ai livelli d'inizio mese.

Un'altra vittima di questa svendita è stata l'oro, che è sceso al di sotto dell'area cruciale di $ 1850 nonostante i rendimenti reali degli Stati Uniti siano calati. La correlazione a breve termine tra rendimenti reali e lingotti è eccezionalmente debole in questa fase, ma se i modelli storici reggono, è improbabile che duri a lungo. Il metallo giallo è stato messo sotto pressione da un rilancio del dollaro USA, che questa settimana approfitta dell'attesa BCE e della mancanza di progressi sulla Brexit.

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A prposito della Brexit, la cena tra il primo ministro britannico e il capo della Commissione europea non ha prodotto alcuna svolta. Le due parti hanno deciso di continuare i negoziati fino alla fine della settimana, anche se "rimangono molto distanti".

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