Bitcoin e S&P 500, nuova fase di correlazione significativa

 | 30.06.2020 11:10

I principali indici azionari hanno aperto la settimana in territorio positivo e il Bitcoin sta lottando per mantenere inviolato il supporto sui 9000 dollari. Il sentiment generale nei mercati finanziari è permeato dal dubbio e dall'incertezza, ma non stiamo assistendo all'ondata di panico che ha caratterizzato il mese di marzo.

Tutti ormai sono preparati in merito allo scenario post coronavirus e su cosa aspettarsi in caso di nuove ondate e gli investitori hanno chiaramente apprezzato la determinazione dei regolatori nell'affrontare il problema con un'iniezione di liquidità senza precedenti, che ha consentito ai mercati di tornare sostanzialmente sui livelli pre-crisi.

Pertanto, anche se dovessero esserci ulteriori complicazioni sanitarie ed economiche, non mi aspetto un'overreaction dei mercati.

Tuttavia le prossime settimane potrebbero essere molto difficili sull'azionario. Infatti sia dal punto di vista tecnico che fondamentale, lo scenario non è dei più rosei. Il flusso di liquidità garantito dalle banche centrali sta iniziando a rallentare, la guerra commerciale USA-Cina potrebbe avere sviluppi inattesi (soprattutto con Trump in estrema difficoltà in vista delle presidenziali di novembre) e il rischio concreto di una seconda ondata di contagi: tutto questo aumenta i rischi di una correzione dai livelli di prezzo attuali.

I rapporti trimestrali relativi al Q2 2020 delle società Usa che saranno diffusi a inizio luglio, potrebbero rappresentare il trigger event perfetto.

Sul fronte crypto, molti si aspettano che Bitcoin possa scontare dei ribassi sui livelli di prezzo di marzo 2020. Continuo a leggere numerose previsioni di analisti che riportano target sui $ 6000 e persino $ 5000.

Tali previsioni si basano sull'aspettativa di una ripetizione di ciò che è accaduto a marzo, ma in realtà non vi sono molti altri argomenti in favore di un evento simile.

Al contrario, ci sono molti elementi oggettivi contro un tale scenario.

1. Il mercato non va dove la massa si aspetta che vada. "Quasi" mai. A marzo nessuno si aspettava un simile crollo, ma ora molti sembrano esserne convinti. Questa è la differenza sostanziale.

2. Al momento la correlazione tra Bitcoin e S&P 500 è ancora palese. Si è materializzata a marzo e nei momenti di estrema paura e incertezza torna a essere estremamente significativa. Sto preparando un approfondimento in tal senso, per analizzare questo fenomeno nel tentativo di stimare quando aspettarci una decisa decorrelazione.
Dal momento che si tratta di una dinamica comparsa all'improvviso durante una delle crisi economiche più dure della storia, allo stesso modo potrebbe sparire altrettanto velocemente.

3. I depositi di Bitcoin sugli Exchange sono ai minimi. La maggior parte dei detentori ha deciso di conservare le proprie monete in un'ottica di medio lungo termine, comprendendo correttamente le prospettive di crescita.
Dopo la reazione molto incisiva del Bitcoin in seguito al crash di marzo, sta diventando sempre più difficile trovare mani deboli disposte a vendere su un calo del 15-20%.

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4. Fattori fondamentali: trilioni di dollari iniettati nel sistema finanziario che inevitabilmente aumenteranno l'inflazione e parallelamente il dimezzamento della nuova offerta monetaria di Bitcoin dovuta all'halving di maggio 2020.

L'unico elemento in favore di nuovi pesanti ribassi, è quello relativo a una nuova ondata di panico sui mercati, che potrebbe riproporre un nuovo carnage a causa dei crypto derivati.

A tal proposito, in un mio recente approfondimento mi sono soffermato proprio sull'utilizzo degli strumenti derivati e su come grazie a essi sia possibile agire direttamente sull'exchange rate del Bitcoin, violando il rapporto domanda/offerta almeno nel breve termine.

Nei prossimi giorni sarà importante monitorare l'andamento dello S&P500 per anticipare quelli che potrebbero essere i risvolti sul mercato delle criptovalute. In caso di tenuta dei 3000 punti, ragionevolmente anche il Bitcoin riuscirà a mantenere il supporto dei $ 9000 e magari a riportarsi nel vecchio intervallo di prezzo $ 9200/9500.

Ma con la rottura dei 3000 punti sull'indice di riferimento di Wall Street e con il ritorno della volatilità, che quasi certamente determinerà l'aumento della correlazione tra S&P 500 e la criptovaluta, è lecito aspettarsi che anche il Bitcoin vada a ritestare il range di prezzo 8000/8500 dollari, dove insistono importanti livelli di supporto statici e dinamici.