Bitcoin in serio affanno. La DeFi è ancora alla ricerca di una propria identità?

 | 10.01.2022 06:07


La visione della moneta che doveva "cambiare" il mondo, appare sfocata.

Nata in nome della "libertà" e per abbattere i poteri forti con la disintermediazione e la decentralizzazione, come ben descritto all'interno del paper di Satoshi Nakamoto, sembra aver perso "apparentemente" lo smalto.

Da quella mail sono passati ben 13 anni durante i quali ci sono stati risvolti importanti come la blockchain, gli ETF, il metaverso, gaming, NFT e metodi per far fruttare le proprie criptovalute come landing, staking, stable Defi e farming. Chi più ne ha più ne metta. Non fraintedetemi, tutto molto innovativo. Bitcoin, e tutto ciò che è stato creato dopo di esso, ha acquistato sempre più importanza fino a destare "preoccupazione" alle Banche Centrali che stanno pensando di digitalizzare la loro moneta.

Preciso che sono un "sostenitore" ma anche realista, riflettiamo insieme. 

Non vi sembra che la finanza decentralizzata sia per lo più un'utopia? Se all'origine di tutto l'obiettivo era estraniarsi dalle Banche e dai grandi monopoli, oggi questo non sta accadendo del tutto visto che per alcuni aspetti "strutturali" bisogna comunque "passare" per quest'ultimi. Quindi resta "solo" come strumento speculativo e supporto ad altri cripto-asset (almeno per il momento) e questo non fa che cofermare, il pensiero di molti analisti, che si tratti di una "bolla" nel presente e utile in futuro (come il metaverso che risulta ancora in fase embrionale).


Detto questo, per molti, nel caso specifico del Bitcoin è definito l'oro digitale. Ne abbiamo parlato diverse volte, viene visto come ultimo "baluardo" contro l'inflazione.

L'Oro sembra essere meno reattivo alle situazioni risk-off. I "venti contrari" sono dovuti anche al dollaro più forte e ai flussi spostati sulle cripovalute, infatti l'allocazione negli asset digitali da parte degli istituzionali è aumentata nell'ultimo anno. Ma va detto che la "tesi" di riserva di valore risulta incompatibile per l'elevata volatilità. Oro e Bitcoin, nello specifico, non giocano nello stesso "campionato". Ciò ha più a che fare con la "convinzione" che le monete digitali manterranno il loro valore nel caso succedesse qualcosa di sistematico o nel caso si affrontasse una crisi.

Inoltre, tra le accuse imputate c'è il cosumo energetico (su cui ai tempi c'è stata una forte spelucazione sul prezzo). Queste voci di "corridoio" sono parzialmente false anche perchè la Cina, la principale "indagata", si è tagliata fuori. Molto dell'inquinamento era prodotto proprio lì, le attività cinesi erano per lo più alimentate a carbone.

Diamo a Cesare quel che è di Cesare.

Vota l’App
Unisciti ai milioni di utenti che utilizzano l’app di Investing.com per restare sempre aggiornati.
Scarica ora

Il consumo di energia è una piccolissima parte dell'energia totale consumata a livello globale durante l'anno. questo perchè una parte viene "persa" nel trasporto. Inoltre più del 50% dell'energia per l'industria di Mining è prodotta da energia rinnovabile (andando così nella direzione del Crypto Climate Accord che ha ottenuto la firma di 180 sviluppatori di mining per azzerare le emissioni entro il 2030). Quindi il vero "problema" sta nel trasportarla. Questo perchè l'energia non può essere "spostata" per più di 800 km e di conseguenza aumentano i costi, mentre i minatori di Btc possono spostarsi avunque con le loro strutture e di conseguenza, il rovescio della medaglia, potrebbero anche spedirla in qualunque parte del mondo in pochi istanti (estraendo un tot di monete al giorno immagazzinano parte dell'energia, utilizzata per produrle, a differenza delle auto elettriche che la "bruciano" solamente).