Cristian Palusci | 17.10.2018 19:56
Da oltre un mese, il bitcoin è imprigionato in un canale tra due aree di prezzo che rappresentano un supporto e una resistenza ben definiti.
Più a lungo la moneta continuerà la sua fase di ranging all’interno di questo canale e più il movimento del breakout a cui inevitabilmente presto o tardi assisteremo sarà impulsivo e dirompente.
Un altro elemento grafico da tenere in considerazione, utile soprattutto a fornire una prospettiva più a lungo termine, è rappresentato dal triangolo discendente chiaramente visibile sul timeframe giornaliero.
Con la parentesi dello spike di lunedì causato dal dump di tether, la moneta è ancora saldamente all’interno del pattern.
Se consideriamo anche che nell’area di prezzo $ 6800/6750 insistono contemporaneamente una delle resistenze statiche più solide e la resistenza dinamica data dalla moving average 100, è facile capire come l’uscita dal triangolo discendente sarà possibile solo grazie a un aumento considerevole dei volumi (che, con l’eccezione dell’11 e del 15 ottobre, sono abbondantemente sotto la media) e più in generale della liquidità.
NUOVA BULL RUN IN ARRIVO?
In tale contesto, è evidente come un impulso alla quotazione potrà essere dato più da drivers fondamentali che tecnici.
A tal proposito, nelle ultime settimane a Wall Street e più in generale tra gli operatori istituzionali circolano dei rumors davvero interessanti , in merito alla possibilità che entro la fine dell’anno (o al più tardi nei primi mesi del 2019) il bitcoin possa raggiungere e superare i suoi massimi storici.
Chiaramente a fronte di un 2018 caratterizzato da un mercato in forte sofferenza, che ha dovuto far fronte a un severo calo della capitalizzazione e delle quotazioni delle criptovalute principali, questo potrebbe sembrare uno scenario poco realistico.
Tuttavia proprio i principali operatori istituzionali, senza pubblicizzare troppo la cosa, ritengono che presto potrebbero realizzarsi delle condizioni di mercato favorevoli a un nuovo pump price in stile fine 2017.
Gli elementi a supporto di questa tesi sono diversi.
Intanto l’imminente pronuncia della Securities and Exchange Commission statunitense su ben 9 ETF a replica fisica del bitcoin prevista per il 5 novembre (senza contare gli ETF della CBOE in collaborazione con le società VanEck e Solid X che hanno un’altissima probabilità di essere approvati e che saranno discussi a inizio 2019) potrebbe dare il via a una corsa sfrenata per accaparrarsi la moneta; infatti tutti gli emittenti saranno obbligati a dotarsi fisicamente di bitcoin, incidendo in maniera significativa sull’aumento della domanda.
NUOVA LIQUIDITA' IN INGRESSO
Un altro elemento di considerazione, è dato dal fatto che proprio i bitcoin ETF aprirebbero le porte a quella parte di investitori retailers che ancora non sono entrati nel mercato anche se ne sono attratti.
In tale ambito, l’acquisto di uno strumento finanziario regolamentato come un bitcoin ETF è sicuramente più semplice e immediato rispetto ai canali di acquisto tradizionali, che prevedono conoscenze e capacità tecnico-informatiche non alla portata di tutti. Infatti per acquistare tale prodotto finanziario sarà sufficiente una telefonata alla propria banca o addirittura una semplice piattaforma di home banking.
Questa è la motivazione per cui molti operatori istituzionali si stanno avvicinando al mondo delle valute digitali: un radicale cambio di scenario nel mercato, che determinerà prima un boom della domanda di bitcoin e, a seguire, delle principali criptovalute ad alta e media capitalizzazione.
In tal senso, molti analisti hanno individuato un parallelo con quanto accaduto a fine 2017 con il lancio dei primi bitcoin futures (consideriamo anche come i futures siano degli strumenti meno accessibili agli investitori retailers rispetto agli ETF).
SCARSITY INDEX
Un altro elemento a sostegno di questa tesi, viene dalla Scarsity Index o indice di scarsità: più un bene è raro e più aumenta di valore.
Dunque quanti bitcoin sono disponibili nel mercato?
Sappiamo che sono stati minati più di 17 milioni di bitcoin, a fronte di un massimo di 21 milioni di pezzi.
Considerato che di questi 17, circa 5 milioni sono andati definitivamente persi, la disponibilità di bitcoin che può essere assorbita dal mercato di fatto è nell’ordine degli 11-12 milioni di monete.
Dunque tutti quegli operatori istituzionali che vorranno dotarsi di strumenti finanziari a replica fisica del bitcoin, si dovranno contendere le monete disponibili.
Alla luce di tutti gli elementi esaminati, quello appena descritto è uno scenario più che realistico e, molto presto, potrebbe determinare un nuovo boom del mercato.
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Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
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