Borse in recupero

 | 04.02.2020 12:16

Martedì l’azionario cinese ha ceduto più del 2% prima di rimbalzare. L’indice Composite di Shanghai ha guadagnato lo 0,57% e il CSI 300 è avanzato dell’1,71% dopo lo scivolone iniziale. A Hong Kong, le azioni sono salite dello 0,87%, anche Nikkei (+0,50%) e ASX 200 (+0,37) hanno registrato un marginale rialzo.

L’Aussie (AUD) è rimbalzato oltre la soglia a 0,67 contro l’USD, dopo che, all’odierna riunione di politica monetaria, la banca centrale australiana (Reserve Bank of Australia, RBA) ha mantenuto invariato al minimo storico dello 0,75% il suo tasso di riferimento. Secondo i banchieri è troppo presto per determinare l’impatto dell’esplosione del coronavirus sull’economia australiana. E, cosa ancor più importante, i tre tagli del tasso dell’anno scorso dovrebbero concedere un po’ di tempo per monitorare le implicazioni degli incendi e del coronavirus sull’attività prima di compiere un altro passo.

I future sull’azionario USA hanno esteso i guadagni, dopo che lunedì S&P500 (+0,73%), Dow Jones (+0,51%) e Nasdaq (+1,43%) hanno chiuso in positivo. I titoli del comparto estrattivo e tecnologico hanno fatto da capofila a New York, sebbene le azioni di Alphabet abbiano ceduto il 5% nell’after trading, dopo che Google (NASDAQ:GOOGL) ha pubblicato, per la prima volta, i ricavi pubblicitari di Youtube, e le cifre hanno ampliamente deluso gli investitori. Al contempo, le attività cloud di Google sono cresciute più lentamente di quelle di Microsoft (NASDAQ:MSFT), per cui gli investitori temono che, al ritmo attuale, la società non riuscirà mai a mettersi al passo della concorrenza.

I titoli energetici (-1,34%) hanno ceduto terreno, con il greggio WTI sceso sotto i $50 al barile sulle apprensioni che il coronavirus possa frenare la domanda cinese del 20%. Oggi gli esperti del gruppo OPEC+ s’incontreranno a Vienna per valutare la gravità dello shock che l’epidemia di coronavirus potrebbe avere sulla domanda di petrolio e decidere se sia necessario un incontro ministeriale anticipato, già questo mese, per aumentare i tagli alla produzione in modo da rispondere al tracollo della domanda. Le aspettative che il gruppo OPEC+ reagisca in modo appropriato allo shock dovuto al coronavirus probabilmente faranno rimanere le richieste di greggio WTI intorno ai $50 al barile. Ma il potenziale al rialzo potrebbe essere frenato dalle incertezze sulla portata dello shock per la domanda futura e dalle solide posizioni lunghe nette nelle transazioni speculative.

BP ha annunciato un calo del 21% del suo utile netto di esercizio dovuto al calo del petrolio, cifra comunque superiore alle previsioni degli analisti.

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I future sul FTSE sono in rialzo dell’1,30% sulla scia della ripresa del petrolio, delle materie prime e della sterlina in calo. Il rame COMEX ha guadagnato il 2%.

Lunedì il cable è scivolato sotto il livello a 1,30 sulla scia dell’avvio turbolento dei negoziati commerciali fra Regno Unito e UE, che forse segna l’inizio di altri nove mesi burrascosi.

Ma il livello a 1,30 continua a tenere; i trader rimangono sul lato lungo delle contrattazioni, in vista dei dati PMI riferiti a costruzioni e servizi in uscita rispettivamente oggi e mercoledì. Il PMI riferito al settore costruzioni di gennaio potrebbe mostrare un rimbalzo significativo, salendo a 48,1 punti dai 44,4 del mese precedente.

L’euro è scivolato brevemente a 1,1035, ma poi si è stabilizzato vicino al livello a 1,1060 contro il dollaro USA.

L’oro ha ritracciato sotto la sua media mobile a 200 ore ($1572 all’oncia) sul miglioramento della propensione al rischio. La ripresa degli asset rischiosi potrebbe far calare il metallo giallo di almeno altri 20$ entro la prossima settimana.

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