Brexit, Italia, petrolio, bitcoin...

 | 15.11.2018 11:00

Giovedì 15 Novembre

Sono sessioni caratterizzate da una costante altalena di notizie, soprattutto relative alle vicende della Brexit, che mantengono alta lavolatilità sui mercati. Con il dollaro che sembra aver invertito la sua ascesa e qualche segnale distensivo tra US e Cina arrivato in notturna,gli indici azionari potrebbero ricevere un aiuto dopo i recenti ribassima in questo contestoil tonopuòcambiare molto velocemente. Oggi ci occupiamo anche di petrolio e bitcoin.

Brexit. Inutile fare la cronaca del susseguirsi continuo di headlines e dichiarazioni. Ieri (in tarda serata) abbiamo aggiunto un altro tassello di questo complicato puzzle. L’accordo raggiunto da Theresa May con l’Unione Europea ha ora il supporto del suo governo. Un risultato che era considerarsi probabile (il vero nodo sarà la ratifica parlamentare) ma non scontato. Le dichiarazioni di diversi ministri sono comunque state critiche rispetto alla situazione incuila Gran Bretagna si troveràse questi accordi verranno implementati il 29 marzo e il supporto è stato sostanzialmente concesso per ‘ragion di stato’. Dei ministri favorevoli all’uscita (Brexiteers) sembrerebbe che solo Michael Gove stia dando pieno supporto alla May. In ogni caso per ora il governo ha tenuto. Quanto il Primo Ministro aveva iniziato a delineare il piano di uscita con più dettaglio (la famosa riunione di Chequers) le dimissioni di Boris Johnson non erano arrivate immediatamente ma dopo 48 ore, per cui la situazione resta tutt’altro che stabile. L’accordo è stato reso pubblico ieri sera (https://www.gov.uk/government/publications/progress-on-the-uks-exit-from-and-future-relationship-with-the-european-union?utm_source=39814fd5-eaf8-454a-b68d-ed9768231370&utm_medium=email&utm_campaign=govuk-notifications&utm_content=immediate). Sono quasi 600 pagine per il trattato di uscita e 7 (!) per la dichiarazione politica sull’assetto futuro. Sarà fondamentale nelle prossime ore la reazione mediatica (sicuramente critica, ma quanto critica?) man mano che il documento verrà dissezionato e la (conseguente?) reazione politica. In particolare quella del gruppo parlamentare degli Unionisti (DUP), che con solo 10 deputati rischia di essere un fastidioso ago della bilancia per l’esecutivo inglese. La sostanza è che la rigidità dell’Europa nel difendere (comprensibilmente) i principi fondamentali dell’Unione ha sfornato un accordo in cui UK si troveràa tempo indeterminato in una situazione simile ma peggiore (stessi doveri ma meno diritti) rispetto a quella attuale e in una posizione negoziale indebolita al tavolo per meglio definire gli assetti futuri con l’Europa. Il fattore paura (scenari potenzialmente catastrofici di crollo del governo, elezioni anticipate, uscita senza accordo) resta un deterrente in grado di spingere ad accettareanche quello che si sta lentamente ma inesorabilmente rivelando un pessimo affare ma la partita èancora aperta e nessuno sviluppo può essere escluso.

Vota l’App
Unisciti ai milioni di utenti che utilizzano l’app di Investing.com per restare sempre aggiornati.
Scarica ora