Brexit: Tutto Quello Che C’è Da Sapere, Parte III: Shock per le Borse

 | 20.06.2016 11:31

Di Clement Thibault

In soli pochi giorni, è possibile che il futuro politico ed economico dell’Unione Europea possa essere riscritto dal referendum britannico di giovedì con cui il Regno Unito deciderà se restare o uscire dall’UE. Conosciuto come “Brexit” - abbreviazione di British Exit, l’uscita della Gran Bretagna - l’esito del voto potrebbe avere conseguenze su vasta scala non solo per l’economia britannica e per quella della zona euro, ma anche per i mercati monetari ed azionari globali in particolare.

In tre articoli, due dei quali pubblicati la scorsa settimana, approfondirò il significato del voto per le parti coinvolte. L’articolo di oggi descrive i possibili effetti del voto sui titoli azionari globali e britannici. La Parte I, Brexit: Tutto quello che c’è da sapere, Parte II: l’effetto sul Forex ho considerato le conseguenze che l’esito favorevole o contrario potrebbe avere sulle principali valute.

Come discusso negli articoli precedenti, è opinione comune ritenere che se la fazione contraria a restare nell’UE dovesse vincere il referendum sulla Brexit, la sterlina potrebbe vedere una svalutazione fino al 15-20%. Le svalutazioni monetarie sono spesso seguite da un aumento dell’indice dei principali titoli azionari del paese.

Ciò è dovuto al calo del prezzo dei beni in valuta locale rispetto alle valute dei partner commerciali, rendendo le esportazioni da parte delle compagnie nazionali più allettanti in confronto alle importazioni di prodotti competitivi. Di conseguenza, i profitti delle compagnie locali aumentano, il che, per le compagnie quotate in borsa comporta in genere un aumento del prezzo del titolo.

Nel Regno Unito, l’indice principale è il BATS ), per citarne solo alcune.

Il FTSE potrebbe salire, i settori potrebbero soffrire

Anche se il mercato azionario britannico potrebbe crollare subito dopo il voto in caso di vittoria della Brexit, la svalutazione monetaria potrebbe farlo salire a medio termine, man mano che gli effetti della Brexit si faranno sentire. Tuttavia, alcune compagnie subiranno le conseguenze della variazione o dell’annullamento degli accordi commerciali. Un’analisi dettagliata per settori chiarirà meglio le possibili conseguenze.

Per quelle di recente formazione, le ripercussioni della Brexit sulle compagnie britanniche dipenderanno dal tempo che impiegherà il Regno Unito per rinegoziare con l’UE e gli altri partner commerciali, nonché dall’andamento del periodo di transizione. Da un report dell’Atradius Group è emerso che i settori che potrebbero essere più colpiti dalla Brexit saranno i Combustibili Minerali, il Settore Chimico e quello Manifatturiero. Le compagnie di queste nicchie esportano più della metà della loro produzione totale in UE, il che le rende estremamente vulnerabili nel caso di un blocco dei commerci. Il settore Petrolio & Gas, considerato un sottosettore dell’industria Chimica, esporta il 77% della produzione in UE.

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Anche le compagnie che forniscono servizi anziché beni - al momento circa l’80% dell’economia britannica - corrono dei rischi. Londra è ora il principale hub finanziario europeo ed esporta circa un terzo dei suoi servizi totali in UE. Inoltre, molte banche di investimenti dell’UE hanno le sedi centrali a Londra, che dovrebbero essere spostate.

Secondo il Wall Street Journal :

Oltre al caos sui mercati a breve termine ed al selloff dei titoli, gli analisti affermano che l’uscita britannica comporterebbe dei costi di ristrutturazione straordinari per le banche di investimenti che si trovano a Londra e che dovranno rilocalizzare gli hub londinesi, potrebbe inasprire i prestiti bancari alle compagnie pan-europee che si troverebbero ad affrontare nuove restrizioni commerciali ed in generale potrebbe pesare sulla domanda di credito”.

Di conseguenza, i titoli bancari come quelli della francese Societe Generale (PA:Financial Times .

Anche se verranno definiti nuovi accordi commerciali, è previsto che gli accordi per i servizi saranno più difficili da mediare per via della loro fluidità e delle caratteristiche intangibili. Quindi, il settore dei servizi in generale - e quello finanziario in particolare - saranno probabilmente esclusi dall’UE per un periodo più lungo. È anche possibile che non tutti i servizi alla fine riescano ad ottenere l’accesso al mercato unico dell’UE.