CAD sull’orlo di un breakout rialzista, indebolimento della NOK

 | 20.06.2014 12:16

Forex News and Events

Questa settimana le contrattazioni sul forex hanno subito il forte impatto generato dall’inaspettata inclinazione accomodante della Fed e della Norges Bank. La corona norvegese (NOK) è scivolata in modo consistente contro EUR e SEK, le soglie tecniche chiave sono state intaccate. Analizzeremo le possibili motivazioni di questo movimento aggressivo della NOK. In questo venerdì assistiamo a una marginale ripresa dell’USD, l’oro pareggia le perdite dopo il rally di 40 USD registrato ieri a New York sul Comex, l’EUR/USD si avvicina alla media mobile a 21 giorni. In Canada, la diffusa debolezza dell’USD e il rincaro del petrolio mettono a rischio il supporto critico a 1,0800/04. I dati su vendite al dettaglio e inflazione innescheranno un breakout prima della campanella di chiusura?

Il dollaro canadese testa livelli chiave

L’USD/CAD testa quota 1,0804, 38,2% di Fibonacci sul calo in atto dal 2009 al 2011, sopra questo livello s’intravede un supporto importante dal breakout del 7 gennaio. Dopo la sorpresa accomodante della Fed e le diffuse vendite di USD, il livello a 1,0800/04 ora è a rischio, una violazione sotto questo livello suggerirebbe un ritracciamento più marcato vicino alla media mobile a 200 giorni (1,0780) e un abbassamento della fascia di contrattazione verso 1,0550/1,0780 (fascia di resistenza di dicembre). I dati su vendite al dettaglio e inflazione saranno probabilmente decisivi prima della campanella di chiusura. Se saranno rispettate le previsioni di un rafforzamento dell’IPC, i falchi della BoC dovrebbero trarre vantaggio dal clima di debolezza dell’USD per rimuovere il supporto tecnico chiave.

Oltre alle dinamiche della banca centrale, la forza dei prezzi del petrolio, dovuta all’escalation delle tensioni in Iraq, contribuisce a rafforzare le fondamenta del CAD rialzista. Questa settimana il greggio WTI è stato scambiato sopra i 105,00 dollari, il brent ha resistito sotto i 112 dollari.

Sorpresa accomodante dalla Norges Bank

La Norges Bank ha lasciato invariato il tasso d’interesse all’1,50%, accennando però a un potenziale taglio del tasso per contribuire a far prosperare l’industria petrolifera. Il rallentamento negli investimenti offshore nel settore petrolifero norvegese è fonte di preoccupazioni; le compagnie petrolifere prevedono un calo del 21% per il prossimo anno. Si tratta di una preoccupazione importante per la principale economia nordica, che sta attraversando un periodo di ripresa sommessa in cui i debiti delle famiglie sono a livelli da record. Inoltre, l’ulteriore pacchetto di stimoli della BCE e l’impostazione da colomba della Riksbank spingono i banchieri norvegesi ad adattare la loro impostazione alla realtà europea. L’Eurozona e la Svezia rappresentano più del 50% dei volumi commerciali totali del paese.

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Dal 4 febbraio (1,0338) al 10 giugno (1,1229), la NOK ha guadagnato circa l’8,5% contro la SEK. Dopo la reazione sui tassi della Norges Bank, la coppia di valute scandinave è scesa aggressivamente alle media mobile a 100 giorni (1,0872). Gli indicatori di trend e momentum sono nettamente ribassisti, il prossimo supporto chiave stazione alla media mobile a 200 giorni (1,0790). I punti forward negativi confermano l’inclinazione ribassista del mercato per il medio termine.

L’EUR/NOK ha compiuto un rally aggressivo sull’onda dell’inaspettato intervento accomodante di Olsen. Dopo l’annuncio, la coppia EUR/NOK è lievitata da 8,1649 a 8,3224 in un unico movimento, ha infranto il massimo del canale di trend discendente in atto da febbraio a giugno (8,2165) e ha superato al rialzo le medie a 100 e 200 giorni (8,2508/8,2487). Per quanto riguarda i livelli tecnici di breve periodo, la forza dell’EUR potrebbe estendersi (parallelamente a quella del complesso EUR), anche se le pressioni negative sull’EUR generate dagli indicatori macroeconomici dovrebbero presto frenare la propensione per i lunghi sull’EUR/NOK. Se diamo uno sguardo al quadro tecnico, vediamo che la media mobile a 100 giorni ha incrociato al ribasso quella a 200 giorni, sviluppo che suggerisce una potenziale inversione ribassista di medio termine. Le resistenze chiave sono collocate a 8,4000 (massimo di marzo), 8,5220/60 (doppio massimo gennaio-febbraio) e poi 8,5459 (massimo 12 dicembre, massimo da 3 anni e mezzo). Gli obiettivi di medio termine stazionano a 8,0000, e poi a 7,7750/7,7800 (supporto agosto-settembre 2013).