C’è ancora spazio di crescita?

 | 30.03.2022 10:12

Un'altra seduta molto interessante sui mercati azionari, con le notizie geopolitiche ancora una volta protagoniste.  I colloqui di pace tra Ucraina e Russia, così come i commenti di Mosca sul ridimensionamento dei movimenti intorno a Kiev, hanno creato un po' di ottimismo riguardo ad una possibile de-escalation militare. Ciò ho sostenuto il rialzo dei listini e di tutti i settori americani, fatta eccezione per il comparto energetico – trascinato al ribasso dalla riduzione del greggio.

Le recenti performance azionarie sono impressionanti, soprattutto oltreoceano. Il principale listino americano, lo S&P 500, è riuscito nelle ultime 11 sedute a registrare un guadagno dell’11%, ovvero un rendimento medio del 1% al giorno. Meglio ancora per l’indice tecnologico Nasdaq 100 in grado di recuperare ben il 16%. Performance positive, ma inferiori per gli indici europei: con Milano maglia rosa tra le principali piazze finanziare con uno straordinario +8,9%, seguono Parigi +6,6%, Francoforte +6,4%, Londra +5,10 e Madrid +4,6%. Prestazione positive accompagnate dal crollo del VIX, sceso del 40% nelle ultime 11 sedute, ovvero al di sotto dei 20 punti -attualmente a 18,91. Stessa percentuale di correzione anche per il VSTOXX, l’omologo indice della volatilità sull’EuroStoxx 50, il quale tuttavia viaggia ancora a 26,58 punti. Chissà se questo possa suggerirci di un possibile maggior spazio per il calo della paura e dell'incertezza in Europa e quindi di un maggiore rialzo per le azioni europee rispetto a quelle statunitensi a breve termine....

Mercati obbligazioni nuovamente al centro dell’attenzione, con la sempre maggiore analisi sulla curva dei Treasury americani. Ricordiamo come i rendimenti a lunga scadenza che scendono al di sotto di quelli più brevi indicano una mancanza di fiducia nella crescita futura e i rendimenti decennali che scendono al di sotto dei tassi a 2 anni sono ampiamente visti come un presagio di recessione economica lungo la strada. Dopo l’inversione dell’inclinazione tra i 5 e 30 anni, ora l’attenzione appunto si sposta sul differenziale tra il Treasury a 2 e 10 anni. Spread che viaggia su nuovi minimi delle ultime 52 settimane a 0,038%, sui valori del 23 settembre 2019. Preoccupazioni corrette e da monitorare, ma eccessiva da prendere in considerazione allo stato attuale. Generalmente una recessione non inizia subito dopo l’inversione della curva, anzi spesso assistiamo perfino ad un lungo periodo di due anni prima di una recessione. In media, stando ai dati di JP Morgan (NYSE:JPM) le recessioni sono iniziate dopo 16 mesi, e i mercati in media in tale periodo sono continuati a salire del 15%. Inoltre, non tutti i segnali sulla curva dei rendimenti si stanno approcciando ad aree di recessioni. Lo spread tra il 10y – 3m, un altro ottimo indicatore di recessione, è stato infatti fortemente ripido nel corso degli ultimi mesi, scambiando perfino sopra la media degli ultimi 200 giorni.

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