Certificati: investire sulle azioni Tesla consapevoli di trovarsi in una bolla

 | 18.09.2020 11:06

Uno dei titoli che ha fatto più parlare di sé nel 2020 è Tesla (NASDAQ:TSLA). Diversi i motivi che hanno dato vita ad un rialzo che da inizio anno ha superato i 400 punti percentuali. Innanzitutto, vi è da considerare che il titolo viene beneficiato dalla svolta green che sta spingendo i Governi a creare misure che disincentivino le emissioni inquinanti favorendo invece i prodotti a basso impatto ambientale. Le auto non fanno eccezione, con i veicoli elettrici che stanno prendendo sempre più quote di mercato a livello globale.

L’azienda guidata da Elon Musk è idealmente la capofila del comparto, visto che di fatto è la società più grande del settore. Secondo quanto riportato su EV Sales, nei primi sei mesi del 2020 l’azienda di Palo Alto ha venduto 179.050 veicoli, il 28% del mercato. Il distacco è evidente, specie se si considera che nello stesso periodo Renault (PA:RENA) (con Nissan) ha venduto 65.521 auto elettriche, Volkswagen (DE:VOWG) 64.542 e BYD 46.554. Se è vero che più il tempo passa più la competizione si fa agguerrita, la bolla che sembra esserci attorno alla società potrebbe impiegare diverso tempo prima di scoppiare.

h2 Tesla: quadro tecnico e fondamentale/h2

Si deve considerare che non sono tanto i conti a spingere le azioni Tesla, quanto più le aspettative che Musk è in grado di creare negli investitori. Se si dovesse guardare agli ultimi risultati finanziari (2° trimestre 2020) si vedrebbe come è vero che l’azienda ha registrato un utile di 104 milioni di dollari, ma si noterebbe che gran parte dell’aggregato non arrivi dal business di riferimento, quanto più dalla vendita dei crediti verdi.

Oltre a questo le auto vendute dall’azienda sono ancora ben distanti dal target prefissato di 500.000 unità. Sempre su questo punto i dubbi arrivano anche se si considera il fatto che nei primi 8 mesi del 2020, Bloomberg evidenzia come Tesla abbia venduto appena 8.000 veicoli in Germania, il mercato automobilistico più importante per il Vecchio Continente. Un altro quesito sorge spontaneo se si pensa alla recente decisione dell’azienda di iniziare ad esportare da fine 2020-inizio 2021 le Model 3 prodotte nella Gigafactory in Cina verso Singapore, Australia, Nuova Zelanda ed Europa. Se da un lato i minori costi di produzione cinesi potrebbero far abbassare i prezzi e quindi aumentare la domanda, dall’altro viene da chiedersi se le vendite nell’ex Impero Celeste siano davvero così solide come si vuol far credere. Vale dunque la pena ricordare che la fabbrica di Shangai ha una capacità di circa 17.000 auto al mese, e nel Dragone ne sono state vendute 11.800 ad agosto (in un contesto in cui i sussidi governativi avrebbero dovuto far volare le vendite).

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Tuttavia le aspettative rimangono elevate, con i compratori che hanno iniziato ad aumentare gli acquisti dopo la recente operazione di frazionamento azionario 5:1. L’euforia sulle azioni Tesla si è spenta a inizio settembre con la mancata inclusione all’interno dell’S&P 500, ma i prezzi hanno già iniziato un movimento di recupero. Su quest’ultimo punto vale la pena evidenziare come i ricchi bonus percepiti da Musk potrebbero mettere in pericolo la capacità dell’azienda di generare profitti, rallentandone ulteriormente la possibile inclusione all’interno del principale indice di Borsa USA. Dal punto di vista della liquidità invece, questa non dovrebbe creare troppi problemi dopo l’operazione di aumento di capitale da 5 miliardi di dollari avvenuta tramite la vendita di azioni ad istituzioni finanziarie.

Graficamente le quotazioni di Tesla sono inserite in un solido movimento rialzista, con il recente ribasso che ha fornito ai compratori l’occasione per rientrare all’interno del movimento principale dopo un riassorbimento degli eccessi di acquisto. A sostenere le quotazioni sono stati il supporto statico a 330 dollari e quello dinamico ottenuto collegando i minimi del 29 giugno e 11 agosto 2020. Se una discesa sotto a tale sostegno potrebbe creare l’occasione di assistere ad un ribasso verso i 280 dollari, un superamento della zona dei 480 dollari permetterebbe ai corsi di proseguire l’uptrend.

Investire in Tesla con i Certificati

Anche se l’ultimo report rilasciato da Goldman Sachs evidenzia un aumento dei download delle app Tesla in Cina che potrebbe tradursi in un incremento delle vendite di auto, vi sono diversi dubbi in merito alla possibilità dell’azienda di continuare a generare aspettative senza mai presentare nulla di troppo rilevante sul tavolo. In tal senso però, si potrebbe approfittare del fatto che il titolo è inserito in una bolla speculativa sfruttando il Certificato Recovery TOP Bonus di Société Générale (PA:SOGN) con ISIN LU2088514976 . Il prodotto è stato emesso lo scorso 17 luglio sul SeDeX di Borsa Italiana ad un prezzo di 83,333 euro e permette di ottenere un rimborso di 100 euro se, alla data di valutazione finale fissata per il prossimo 11 dicembre, il prezzo delle azioni Tesla è superiore a quello della Barriera posta a 179,1408 dollari. Al momento in cui si scrive le quotazioni del sottostante in pre-market veleggiano sui 433 dollari, il 58,6% sopra la Barriera. Il prezzo ask del Certificate è di 97,8 euro e l’investimento implica un potenziale rendimento del 2,25% in meno di tre mesi (circa il 9% su base annua). L’alta volatilità delle azioni Tesla potrebbe però rendere interessante l’attesa di un’ulteriore correzione che vada ad incrementare il rendimento di questo tipo di strategia. Lo scenario negativo vede il sottostante avere un valore pari o inferiore ai 179,1408 dollari alla data di valutazione finale. In questo quadro, il Certificate inizierà a replicare la performance negativa del sottostante moltiplicata per il Valore Nominale, con conseguente perdita sul capitale investito.