Come l’effetto gennaio si è evoluto nei decenni

 | 17.01.2024 10:52

L’effetto gennaio, che prende il nome dall’anomalia del mercato che vede i rendimenti azionari di gennaio più elevati rispetto a quelli degli altri mesi, è stato oggetto di interesse sin dalla sua prima pubblicazione nel 1942.

Tradizionalmente, questo effetto è stato attribuito alla raccolta di perdite fiscali alla fine dell’anno, quando gli investitori scaricano i titoli più deboli per compensare le imposte sulle plusvalenze, provocando un crollo a dicembre. Si ritiene che questo effetto sia seguito da un’ondata di acquisti a gennaio, quando gli investitori riacquistano i titoli, aumentando la domanda e i prezzi.

Altre spiegazioni per l’effetto di gennaio sono l’afflusso di denaro dai bonus di fine anno al mercato azionario, l’aumento dei conti pensionistici protetti dalle tasse (IRA, 401(k), ecc.) e la prevalenza di nuovi strumenti di investimento e di modifiche normative.

C’è anche un aumento percepito dell’attività di investimento, in quanto le persone seguono i propositi del nuovo anno di investire di più. Effettivamente, il mese di gennaio, del resto, è da sempre associato a nuovi inizi e a spiriti animali positivi. Un recente sondaggio di YouGov ha rilevato che circa un terzo degli adulti americani ha fatto dei propositi per il 2024.

Da leader a ritardatario

L’effetto gennaio può essere stato una tendenza pronunciata in passato, ma negli ultimi anni ha dato risultati decrescenti.

Esaminate il grafico qui sotto. Indica i guadagni medi mensili del S&P 500 in due periodi di tempo: il periodo di 30 anni fino alla fine del 1993 e il successivo periodo di 30 anni fino alla fine del 2023. Come si può vedere nel grafico a barre a sinistra, gennaio è stato il mese migliore per i rendimenti, con un aumento medio dell’1,85% del valore dei titoli. Si tratta di un dato ben superiore a quello di dicembre, il secondo mese, quando il mercato azionario è salito in media dell’1,55%.

Nel corso dei 30 anni successivi, però, qualcosa è cambiato e gennaio non si è più classificato al primo posto, scendendo all’ottavo posto tra i mesi migliori, con le azioni che hanno guadagnato solo lo 0,28%.