Come sfruttare la volatilità folle del Brent

 | 13.04.2022 16:34

I trader del greggio Brent stanno vivendo una corsa selvaggia, con la materia prima al centro di un tiro alla fune tra problemi e potenziali vantaggi a livello di fondamentali.

Il Presidente russo Vladimir Putin questo mercoledì ha promesso di continuare la guerra contro l’Ucraina dopo aver annunciato che le trattative di pace sono “ad un punto morto”. La guerra probabilmente porterà ad ulteriori sanzioni contro la Russia, il secondo maggiore esportatore di petrolio dopo l’Arabia Saudita, creando ulteriori sconvolgimenti delle forniture.

Ieri sera, Vitol Group, il maggiore commerciante petrolifero indipendente ha annunciato che “intende fermare del tutto il commercio di greggio e relativi prodotti di origine russa entro la fine dell’anno”.

Anche l’aumento dei casi di COVID in Cina pesa sul petrolio, dal momento che la nazione asiatica è il maggiore importatore petrolifero mondiale ed i lockdown per la pandemia hanno soffocato la domanda.

Dall’altro lato dell’equazione, il leader supremo iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha espresso ottimismo per i negoziati sul nucleare in corso mentre aumentano i timori per le scorte di petrolio, che potrebbero mettere il produttore del Medio Oriente in una posizione più forte per trattare. Se si dovesse siglare un accordo, le esportazioni petrolifere iraniane riprenderebbero.

Tuttavia, le prospettive di scorte più ridotte hanno spinto il prezzo del Brent del 6,26% ieri, in quanto c’è una più forte correlazione tra la materia prima che arriva dal Mare del Nord europeo e gli eventi in Russia. Inoltre, al momento della scrittura, il Brent è balzato di un altro 1,4%.

La recente volatilità del petrolio è stata più pronunciata per il Brent che per il WTI. Tra il minimo del 1° marzo ed il massimo del 7 marzo, il Brent è schizzato del 42%, mentre il WTI solo del 40%.

Scendendo dal massimo del 7 marzo al minimo del 16 marzo, il WTI ha perso il 28% contro il 30% del Brent. Dal minimo del 16 marzo al massimo del 24 marzo, il WTI è balzato del 24% ed il Brent del 27%.

Solo durante la loro ultima mossa, dal massimo del 24 marzo al minimo del 7 aprile, entrambi sono scesi di circa la stessa percentuale, il 20%. Anche i grafici tecnici sembrano diversi.