Come vanno le partecipate?

 | 24.03.2017 14:57

Buonasera Gentili lettori di Investing.com.

La prima partecipazione pubblica o intervento dello Stato italiano si manifestò nei primi anni fascisti con il salvataggio e recupero della Banca Commerciale Italiana e Credito Italiano mediante il trasferimento di pacchetti azionari soggetti a forte svalutazione a prezzi superiori a quelli di mercato.

Nel corso degli anni il numero di partecipazioni dello Stato è cresciuto ed adattato al percorso del mercato, infatti oggi, le partecipazioni più importanti sono in ENEL (MI:ENEI) (25,5%), ENI (MI:ENI) (24,2%), Leonardo SpA (MI:LDOF) (30,2%), Difesa-Servizi, ANAS, Cassa Depositi e Prestiti, CONSAP, CONSIP (in questo periodo entrato nell'occhio del ciclone), Equitalia, Ferrovie dello Stato, Poste Italiane SpA (MI:PST) (MI:PST) (29,7%), Rai Way SpA (MI:RWAY), STMicroelectronics NV (MI:STM) (13,82%).

In questi giorni si è accennato ad una possibile vendita della quota in ENI, ma il Tesoro ha smentito subito anche perchè ENI successivamente al 20/3 giorno della smentita, ha firmato un memorandum con Gazprom con il fine di cooperare per lo sviluppo a Sud di un corridoio per l'importazione di gas e perforato il primo pozzo offshore in Messico.

Le altre partecipate in settimana hanno visto un cambio al vertice, infatti Profumo diventa il nuovo A.d. di LEONARDO-FINMECCANICA e Del Fante entra in Poste Italiane.

La mia analisi su grafici giornalieri del titolo "Poste Italiane" ed "ENI" mette in evidenza il collegamento "Stato-partecipate" e come esso influenzi l'andamento del prezzo delle società quotate in Borsa.

L'analisi parte dalla prima settimana di Dicembre fatidica per l'ex Governo Renzi, ovvero dal giorno seguente l'esito del Referendum Costituzionale che ha visto le dimissioni dell'ex Premier italiano e l'andamento in questi 3 mesi dei 2 titoli in esame.

Il titolo ENI il 5/12 quotava 13,67€, reduce già da un periodo negativo che a febbraio 2016 vedeva toccare un minimo a 10,95€, con le dimissioni e la creazione in breve periodo di un nuovo Governo, ha fatto crescere il titolo fino ad un punto di massimo di periodo (in data 3/1/2017) a 15,91€, totalizzando una crescita del +16,39%.

Il proseguo del titolo ha riportato il prezzo in una zona favorevole inclusa tra 13,8-14,7€ e confermando così una nuova crescita al di sopra di tale intorno subito dopo la pubblicazione dei dati positivi di chiusura bilancio 2016.

Il titolo Poste, entrato a fine Ottobre 2015 a far parte del FTSE MIB, il 5/12 quotava 5,84€ e ha visto una crescita fino a 6,4€ (in data 3/1/2017) calcolando così una salita del 9,6%.

La forte incertezza che caratterizza tale titolo ha provocato prima in un mese la perdita di valore (-8,75%) sul prezzo e successivamente un'ulteriore crescita fino a 6,54€ che diventa così una zona di resistenza e 5,74€ zona di supporto.

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