Nubi funeste sul greggio; oro ad un crocevia

 | 28.09.2020 13:42

Dall’OPEC, il cartello degli esportatori di greggio, a Vitol, la potenza del trading degli energetici, il verdetto sembra essere lo stesso: nubi funeste incombono sul mercato del greggio.

Ciò che non è chiaro sono i risvolti negativi che si avranno sui prezzi a breve termine.

Storia simile per l’oro: il metallo prezioso si trova vicino ai minimi di due mesi, con i grafici che segnalano ulteriore debolezza. Tuttavia, con il dollaro che sembra incline a cedere parte della sua incredibile forza delle ultime due settimane, non c’è modo di sapere quanto ancora possa scendere l’oro.

Due carte jolly di questa settimana per gli scambi in generale e per quelli dell’oro in particolare: il primo dibattito, domani, tra il Presidente Donald Trump ed il suo sfidante Joe Biden per le elezioni presidenziali del 3 novembre ed i dati di venerdì sull’occupazione non agricola di agosto.

Come se non fosse abbastanza, i dati della CFTC USA pubblicati venerdì hanno rivelato che gli speculatori hanno grosse posizioni nette short sul biglietto verde, vicino ai massimi di quasi un decennio.

L’esperta di grafici sull’oro Dhwani Mehta scrive su FXStreet:

“La propensione al rischio e le dinamiche del dollaro USA continueranno ad evolversi, alla luce degli imminenti rischi per il coronavirus e dell’incertezza su uno stimolo fiscale statunitense”,

suggerendo un test della critica barriera di 1.863 dollari per il metallo prezioso.

L’OPEC prevede scorte maggiori a breve termine 

Ma torniamo al greggio: Mohammad Barkindo, segretario generale dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio, o OPEC, ha affermato, nei commenti resi in occasione del vertice virtuale dei Ministri dell’Energia del G20, che le scorte commerciali di greggio nel mondo sviluppato potrebbero restare ben al di sopra della media quinquennale nel terzo trimestre di quest’anno.

“L’equilibrio scorte-domanda previsto farà sì che le scorte commerciali OCSE restino ben al di sopra dell’ultima media quinquennale nel terzo trimestre del 2020”,

ha dichiarato Barkindo, riferendosi alle scorte petrolifere dei paesi ricchi che fanno parte dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. 

Il segretario generale dell’OPEC, tuttavia, si aspetta che le scorte di greggio OCSE scendano nel quarto trimestre, raggiungendo circa 123 milioni di barili, poco più della media quinquennale.

Vitol esclude un rally del greggio nel quarto trimestre

Vitol, il trader indipendente del greggio più grande del mondo, vede poche probabilità di un rally del greggio nel quarto trimestre, in quanto la domanda globale sta rallentando per via delle nuove restrizioni per il coronavirus, secondo Bloomberg. Chris Bake, membro del comitato esecutivo di Vitol Group, afferma:

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“L’opinione diffusa per il quarto trimestre era che le cose sarebbero migliorate … ma non sembra che ci sia un grosso fattore e la domanda è più incerta”.

Numerosi paesi europei hanno di recente reintrodotto le restrizioni sui viaggi e sugli eventi sociali per via del nuovo aumento di casi di coronavirus nel continente.

I prezzi del greggio hanno registrato la terza perdita settimanale su quattro venerdì, mentre gli analisti hanno parlato di prospettive più cupe a breve termine per il mercato, dopo l’inattesa impennata della produzione in Libia che è andata ad aggiungersi ai timori per la domanda.

Il West Texas Intermediate scambiato a New York, il riferimento del greggio USA, ha chiuso la settimana con un crollo del 2,1%. Alle 13:38 a Singapore (5:38 GMT), il WTI è sceso di un altro 1,2%, o di 45 centesimi, a 39,80 dollari al barile.

Il Brent scambiato a Londra, il riferimento globale, va giù di 44 centesimi, o dell’1%, a 41,97 dollari alle 14:45 ET (18:45 GMT). La scorsa settimana, il Brent ha segnato un tonfo del 3%.

Dal vertice dell’OPEC+ di metà settembre durante il quale sono stati più o meno confermati i tagli alla produzione fino a fine anno, i prezzi del greggio sono andati in entrambe le direzioni.